La concia si fa green: progetto Codyeco e Università Ca’ Foscari

Arrivare ai biopolimeri, prodotti riconcianti e ingrassanti utili alla lavorazione della pelle ricavati dal riutilizzo di scarti dell’industria agroalimentare anziché dalla sintesi del petrolio. È l’obiettivo di Biopol, progetto finanziato nell’ambito del programma Life-Ambiente dall’Unione Europea e coordinato dall’industria chimica Codyeco (Santa Croce sull’Arno). Biopol coinvolge il dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, il produttore di concimi organici Ilsa di Arzignano e due concerie spagnole. Il progetto è green sotto tutti i punti di vista. Quelli che finora sono scarti dell’industria agroalimentare (sottoprodotti della lavorazione del mais e della barbabietola) per lo più destinati all’incenerimento, diventano la fonte per molecole organiche da cui ricavare riconcianti e ingrassi. Secondo le attese dei responsabili del progetto, i nuovi biopolimeri si dimostreranno più economici per i conciatori, perché ne sarà necessario un impiego minore rispetto a quello dei polimeri sintetici. Allo stesso tempo cambieranno in meglio i valori dell’impatto ambientale della lavorazione della pelle: si prevede la riduzione del 20% del consumo idrico e del 70-90% delle sostanze inquinanti normalmente presenti nei prodotti chimici. I biopolimeri saranno testati nell’impianto produttivo di Codyeco e poi sperimentati nelle concerie spagnole. (rp)

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