2020, i nove mesi della pelle italiana: l’export perde il 29%

2020, i nove mesi della pelle italiana: l’export perde il 29%

Gli effetti della pandemia incidono sul bilancio parziale della pelle italiana nel 2020. In altre parole, i primi nove mesi dell’anno palesano l’inevitabile sofferenza di produzione ed export. Valori negativi che, come ribadito durante l’assemblea UNIC – Concerie Italiane dello scorso dicembre, il settore affronta “dimostrando di essere vivo e reattivo. Mettendo in campo azioni sempre più mirate al miglioramento del servizio e della risposta alle esigenze della clientela”.

I nove mesi della pelle italiana

“Nei primi nove mesi del 2020 l’industria conciaria italiana stima di aver perso complessivamente il 28% del fatturato stagionale”, si legge in una nota del Servizio Economico UNIC. Un calo che si traduce nel -22% della produzione in volume. “Tali decrementi – continua UNIC – trovano conferma nelle corrispondenti variazioni dell’export di pelli conciate italiane, che nel periodo considerato ha perso il 29% circa in valore”. In relazione al terzo trimestre 2020, dunque, “non sorprendono i risultati diffusamente negativi per gli indici medi di fatturato delle concerie”. Una situazione che riduce a ben “pochi i possibili commenti in merito alla situazione di mercato, apparsa pesantemente colpita dalle conseguenze di Covid-19”. Il tutto “vista anche la sostanziale uniformità dei cali mostrati anche nei principali Paesi produttori”. I quali risultano “praticamente tutti in ribasso stagionale a doppia cifra sia nel dettaglio trimestrale che nell’aggregato dei primi 9 mesi”.

E ora?

Detto che, tra tutti i segmenti di destinazione, quello dell’imbottito ha mostrato, nella seconda parte dell’anno “un incoraggiante rimbalzo” (del quale scriviamo nell’ultimo numero del mensile La Conceria), l’attuale congiuntura resta a dir poco opaca. E azzardare previsioni significa entrare in un campo minato. “Chiuderemo il 2020 – ha detto il neopresidente UNIC Fabrizio Nuti a dicembre – con un calo generalizzato dei ricavi compreso tra il 25 e il 35%. Credo che nel primo trimestre 2021 soffriremo ancora di questo effetto pandemico”.

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×