Argentina, le autorità obbligano le concerie a ritirare le pelli

Argentina, le autorità obbligano le concerie a ritirare le pelli

Le autorità obbligano le concerie a ritirare le pelli grezze dai macelli. E la concia argentina rischia il corto circuito. Sabato 28 marzo il segretario della Federación de Industrias Frigoríficas Regionales Argentinas (FIFRA), Juan Javier Peralta, ha pubblicato su Twitter la lettera rivolta a un gruppo di concerie argentine dal Servicio Nacional de Sanidad y Calidad Agroalimentaria. La missiva è firmata dal presidente dell’agenzia governativa, Carlos Paz. In essa ordina alle concerie di ritirare il pellame grezzo dai macelli a partire da oggi. E chi non lo farà potrebbe incorrere in sanzioni.

Le autorità obbligano le concerie a ritirare le pelli

Un gruppo di 32 concerie aveva annunciato l’interruzione dell’acquisto di grezzo. Il governo sudamericano considera concia e zootecnia tra i settori essenziali: sono quindi autorizzati a operare. Ma le concerie sono comunque prossime allo stop a causa dei problemi logistici e dei mercati fermi. Tale dinamica ha comportato delle conseguenze sui prezzi della carne. I macelli lamentano che per impedire l’imputridimento delle pelli devono conservarle in frigo. Tutto ciò comporta una spesa che poi ricade sul costo della carne. Come riporta campoenaccion.com, Paz ha avvertito che “il fatto di non raccogliere o rimuovere le pelli dai macelli sta causando gravi inconvenienti nei processi di tali stabilimenti”, una situazione che “influisce in modo significativo sulla fornitura di alimenti a base di carne e compromette gravemente la sua sicurezza”. Le aziende che non dovessero dare la propria disponibilità potrebbero incorrere in “conseguenti misure”.

Il commento dei lavoratori

“La nostra forza lavoro è disponibile in ogni stabilimento, a cui devono essere garantiti i limiti che derivano dal rispetto delle normative di emergenza – si legge in una nota della Federación Argentina de Trabajadores de la Industria del Cuero y Afines -. La decisione di ricevere o meno la materia prima è decisione esclusiva dei datori di lavoro ma i lavoratori, che sono ignari delle controversie commerciali tra diversi settori, non devono essere esposti a rischi. Allo stesso tempo ci uniamo alla richiesta di solidarietà nei confronti dell’intero Paese per attuare e applicare le misure adottate dal governo nazionale di fronte all’avanzata della pandemia di Coronavirus”. (art)

 

 

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