CCNL, primo round: i sindacati chiedono l’aumento salariale, UNIC flessibilità

Mercato e flessibilità. Se i clienti hanno esigenze che rendono i cicli produttivi più repentini e imprevedibili, le aziende non possono che adeguarsi con un’organizzazione più elastica che sappia assorbire ordini frammentati e urgenti. L’alternativa è perdere quote di mercato. È battendo su questi argomenti che UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria), al primo incontro di ieri (nella foto) con la piattaforma sindacale (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil) per il rinnovo del contratto nazionale del lavoro conciario, ha insistito sul tema della flessibilità. Di converso, le rappresentanze dei lavoratori hanno chiesto, tra le altre cose, il contenimento del lavoro temporaneo e l’aumento della retribuzione di 105 euro lordi per il livello D2. Il contratto attualmente in vigore scade il 31 ottobre e il prossimo incontro in plenaria, anticipato da una serie di riunioni in ristretta, è in calendario per il 15 novembre. UNIC, intanto, ribadisce diversi punti: a fronte del calo della produttività (-23% in 10 anni) e del contestuale aumento del costo del lavoro (+15%), l’occupazione conciaria ha sostanzialmente tenuto, così come i salari nello stesso lasso di tempo sono aumentati a ritmo maggiore dell’inflazione (rispettivamente del 27% e del 17%). L’auspicio degli imprenditori conciari è che lo sforzo per rimanere competitivi sul mercato globale sia condiviso. (rp)

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