Cina, anche le concerie sotto controllo nel nuovo Piano governativo per la protezione delle acque

Il governo centrale cinese ha avviato la procedura di approvazione di un nuovo Piano per il controllo delle acque sotterranee e di superficie. Nel regolamento verranno adottate severe disposizioni per contrastare l’inquinamento idrico derivante soprattutto dal settore industriale. In particolare sono 10 i comparti ritenuti maggiormente inquinanti: tra questi: aziende che producono fertilizzanti, medicinali, prodotti chimici, cartiere e che lavorano le pelli (concerie innanzitutto). Secondo quanto dichiarato da Chen Ming, vice responsabile dell’Ufficio delle Risorse idriche, che fa parte dell’omonimo Ministero, la qualità dell’acqua verrà valutata sulla base di 5 diverse fasce, dall’acqua più inquinata, utilizzabile solo per irrigare o per scopi industriali, all’acqua potabile. Stando ad un rilevamento a livello statale, il 9,2% delle acque di superficie risultano essere del tutto inutilizzabili a causa del pesante inquinamento, ovvero superano il livello 5. A partire dal prossimo anno ogni città dovrà rendere nota pubblicamente la situazione di qualità delle proprie acque; dal 2018 questo sarà un obbligo pure per ciascuna Contea del Paese. Si prevede che il Piano avrà effetto solo tra alcuni anni intervenendo nel settore industriale; il consumo totale di acqua in Cina salirà almeno sino al 2030 toccando i 700 miliardi di metri cubi all’anno, per poi stabilizzarsi su questa cifra. (ap)

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