CITES, la commissione scientifica del ministero dell’Ambiente riparte. La moda pretende che certi intoppi non capitino più

La commissione scientifica CITES del ministero dell’Ambiente ha ripreso i lavori. La soluzione dell’impasse burocratica, arrivata a metà marzo, permette finalmente all’organo di fornire i pareri tecnici di cui ha bisogno il MISE per concedere alle aziende italiane le licenze per il commercio con l’estero dei prodotti sotto egida CITES. La catena burocratica che regola il trattamento delle specie animali protette dalla convenzione di Washington, infatti, ha subito un blackout nel corso dell’inverno. Il rinnovo della commissione scientifica CITES del ministero dell’Ambiente ha richiesto più tempo del dovuto per essere completato.
I dubbi del fashion system
Ora che è ripartita, la macchina inter-ministeriale assicura che elaborerà in tempi celeri le richieste accumulate sulle scrivanie. Intanto UNIC – Concerie Italiane, che negli scorsi mesi ha rappresentato le esigenze dei suoi associati scrivendo a più riprese al Ministero dell’Ambiente, si interroga sulle misure da adottare affinché certi intoppi non capitino più. Non è la prima volta, infatti, che il rinnovo della commissione scientifica va per le lunghe, costringendo gli operatori italiani, stretti nella concorrenza internazionale, a indesiderati stop. Sull’argomento UNIC si confronterà con Confindustria e il settore Commercio Estero di Confcommercio.

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