Commissione parlamentare bangladese chiede la chiusura di Savar

Commissione parlamentare bangladese chiede la chiusura di Savar

Un nuovo buco nell’acqua per la concia bangladese. Una commissione parlamentare chiede la chiusura di Savar Tannery Industrial Estate. La decisione sancisce la fine, o almeno lo stop, del progetto di riunire le concerie del malmesso distretto di Hazaribagh in un nuovo complesso industriale in linea con gli standard internazionali. Fiore all’occhiello dell’iniziativa, avrebbe dovuto essere il potente depuratore. Tuttavia ora la commissione parlamentare rileva che il comitato di gestione della società incaricata di sviluppare il parco industriale non avrebbe rispettato le prescrizioni ambientali.

La chiusura di Savar

Da anni il governo del Bangladesh spinge faticosamente e frastagliatamente per il grande progetto di sviluppo e ammodernamento dell’industria conciaria. L’obiettivo era creare a Savar il polo dove spostare tutte le concerie di Hazaribagh, 20 chilometri di distanza. Il nuovo distretto avrebbe dovuto sollevare l’area dall’inquinamento che le vecchie aziende producevano, ammodernando la produzione e sollevando gli standard grazie anche a un depuratore. Ma tutto ha faticato a nascere, e ora sembra destinato a non conoscere mai il completamento.

 

 

Il secco stop

Come riporta thedailystar.net, una commissione parlamentare permanente del Ministero dell’Ambiente ha chiesto alla direzione dell’Ambiente di chiudere Savar Tannery Industrial Estate. Il comitato di gestione congiunto (JMC) che gestisce la tenuta non ha rispettato gli standard ambientali. “Dato che non sono riusciti a fermare l’inquinamento ambientale, ora abbiamo chiesto all’ala di monitoraggio e controllo della direzione ambientale di adottare le misure necessarie per chiudere l’industria conciaria” spiega il deputato Sabre Hossain, a capo della commissione. (art)

Leggi anche:

 

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×