Deforestazione, UE non esclude la pelle; Cotance: “Non sa che fa”

Deforestazione, UE non esclude la pelle; Cotance: “Non sa che fa”

Il voto del 13 settembre all’Europarlamento ha lasciato interdetta Cotance e tutta la concia europea. Perché la commissione non ha approvato l’emendamento 247, quello che esclude la pelle dal novero di prodotti coinvolti nella bozza di regolamento contro la deforestazione. “L’inclusione della pelle non salverà le foreste – recita una nota dell’associazione che rappresenta a Bruxelles le sigle nazionali della concia –, ma danneggerà la filiera della pelle e del prodotto in pelle. La nostra è un’eccellenza mondiale per qualità del prodotto, per performance ambientali e responsabilità sociale”.

 

 

L’UE non esclude la pelle

È da un anno che la Commissione Europea porta avanti i lavori per l’approvazione del regolamento. E c’è da dire che il voto del 13 settembre non rappresenta l’ultimo capitolo della vicenda. Ma il fatto che non sia passato l’emendamento 247, prima firmataria Luisa Regimenti e con il sostegno di 40 parlamentari da 7 Paesi, non rassicura gli addetti ai lavori. Nel pur encomiabile sforzo di varare strumenti utili a contrastare la deforestazione, Bruxelles dimostra di non aver chiari i meccanismi che concatenano le filiere della zootecnia e della concia. Non solo. Dimostra di essere “caduta nella trappola ben orchestrata dalla campagna di lobby che ha messo la pelle nel mirino”. Il problema non è solo teorico, è pratico. Dagli effetti concreti. Cotance teme che includere pelli grezze e finite nel regolamento si rivelerà un assist competitivo per le filiere extra-europee. Che distorcerà il mercato della materia prima. E che si concluda con un enorme danno per i 450.000 europei che lavorano nelle imprese della pelle.

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