Il mondo francese della pelle ha subito l’urto della crisi. Nessun settore della lunga filiera (dalla materia prima al prodotto finito) nel primo trimestre 2025 conosce export in crescita. È quanto emerge dai dati pubblicati da Alliance France Cuir (che raggruppa 21 federazioni) confrontati con l’analogo periodo dell’anno scorso. Vediamoli in dettaglio.
L’urto della crisi
Le macellazioni sono calate significativamente. In particolare, il conferimento dei bovini si è ridotto del 22,4%. Passando dalla disponibilità al commercio di pellami grezzi, l’export ha registrato 53,1 milioni di euro, invariato su base annua, mentre l’import è sceso dell’8% a 38,5 milioni di euro. L’acquisto dall’estero di pelli finite è aumentato del 10% a 131,3 milioni di euro, con una crescita di bovini (+28%), vitelli (+24%) e ovini (+23%). Si segnala il calo del pellame conciato, ma non rifinito (-22%) e dei rettili (-19%). L’export è invece sceso del 7% a 54,5 milioni. Nel dettaglio: bovini (-10%), vitelli (+20%), ovini (-12%), rettili (-42%) e un calo del pellame conciato ma non rifinito dell’8%.
I prodotti finiti
La produzione calzaturiera è scesa dell’11,3% così come il valore del fatturato è diminuito del 6,4%. Import invariato ed export in calo del 4%. Va meglio per la pelletteria, con un fatturato in salita del 3,5%, nonostante la produzione abbia fatto segnare un lievissimo calo. Le importazioni sono diminuite del 5% mentre le esportazioni sono invariate. L’export delle borse è sceso del 4% ma è stato compensato dall’aumento del 10% della piccola pelletteria e del 4% dei cinturini per orologi. (mv)
Foto da Alliance France Cuir
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