La Colombia limita grezzo e wet blue

Dopo anni di protesta, il governo colombiano ha deciso di ascoltare le richieste protezionistiche del settore calzaturiero annunciando il contingentamento dell’export di pelli. Il presidente Juan Manuel Santos Calderón ha infatti comunicato che verrà ridotto l’ammontare di grezzo e wet blue disponibile per l’esportazione (che attualmente sfiora il 100%) e il settore si attende che la cifra si aggiri sulle 12 mila tonnellate mensili di grezzo e 27 mila di wet blue. Il calzaturificio di riferimento del Paese, quello di Mario Hernández, ha accolto con sollievo la notizia: “Da vent’anni riportavamo la difficoltà nel reperire pelli domestiche, adesso è tempo che l’industria smetta di lamentarsi e passi a lavorare sodo per produrre scarpe di alta qualità”. Il riferimento è soprattutto alla capacità che ha avuto la Cina di assediare il mercato colombiano. Lo scorso giugno ventimila manifestanti hanno invaso città come Bogotà, Calì, Medellin, Bucaramanga, Barranquilla e Cúcuta per protestare contro quella che il settore calzaturiero ritiene una vera e propria invasione di scarpe asiatiche. Acicam, l’associazione colombiana delle concerie e dei calzaturifici, segnala che dal 2008 – data che segna l’inizio dell’apertura commerciale alle produzioni asiatiche – l’import è quadruplicato e nel primo trimestre del 2013 siamo a +60%. Il 70% della scarpa non colombiana è di manifattura cinese, con prezzi cinque volte inferiori a quella di produzione domestica, già di per se economica. (pt)

Nella foto: proteste colombiane contro le scarpe cinesi

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