La Toscana, le concerie e le concessioni idriche. Tariffe “riordinate” e scontate, ma…

È stato annunciato a inizio agosto il riordino della regolamentazione per il pagamento delle concessioni idriche in Toscana. La modifica dei canoni arriva dopo le criticità e le proteste emerse nell’ultimo anno nel Comprensorio del Cuoio. I conciatori, nel 2016, avevano visto raddoppiare (in certi casi quadruplicare), rispetto all’anno precedente, il canone di concessione per l’uso dell’acqua e, in tutto il distretto, era stato pagato mezzo milione in più rispetto al 2015. Oltre 140.000 euro in più dalle sole aziende di Ponte a Egola. La Regione ha quindi operato uno studio di 8 mesi, con ispezioni e approfondimenti (azienda per azienda, territorio per territorio), con l’obiettivo di raggiungere una maggiore equità nel sistema tariffario, dovendo garantire però “una necessaria omogeneità” a livello regionale. La nuova rimodulazione dei canoni dovrebbe portare a uno sconto del 30% per le aziende del Comprensorio del Cuoio e sarà inoltre sospesa per due anni, fino al 2018, l’imposta regionale applicata nei casi di occupazione di suolo. Questo riordino non convince però gran parte degli imprenditori. Sia per il Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, sia per ASSA (associazione dei contoterzisti) e CNA, non ci saranno riduzioni di costi per le piccole imprese che “continuano a essere ancora penalizzate”, come ha dichiarato Michele Matteoli, presidente del Consorzio pontaegolese. “È stato fatto un lavoro importante – ha spiegato il presidente agli organi di stampa locale -, ma tutte le perplessità che avevamo sollevato non sono state risolte”. “Riduzioni di costi e sconti per le imprese non ci saranno – ribadiscono Assa e CNA -, in particolare per le piccole e piccolissime aziende terziste. Chi consuma meno di 3.000 metri cubi annui vedrà nel 2017 un ulteriore aumento rispetto al 2016”.

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