Nella sfida del ricambio generazionale la concia ha una chance

Nella sfida del ricambio generazionale la concia ha una chance

Il ricambio generazionale come sfida, delicata da gestire e fondamentale da vincere. Il reclutamento di nuovi professionisti e l’aggiornamento formativo delle maestranze come opportunità di qualificazione complessiva della concia. Si è parlato molto di lavoro durante l’assemblea annuale di UNIC – Concerie Italiane. Se ne è parlato nei termini del ricambio generazionale, appunto, perché, come risulta dai dati dell’associazione datoriale, il 21% degli addetti ha oltre 55 anni. Si avvicina, detto in altri termini, al pensionamento. E in quelli della proiezione verso il futuro. Perché, come ha spiegato Maurizio Masi del Politecnico di Milano, gli strumenti del PNRR possono aiutare il settore a conquistare nuove intelligenze.

Il ricambio generazionale

Partiamo dall’elemento quantitativo. Il Report di Sostenibilità 2021 di UNIC, arrivato alla sua diciannovesima edizione, tiene traccia delle performance socio-ambientali della concia italiana. E fa un censimento della sua forza lavoro. Ecco, il documento ci permette di apprendere che il 21% della forza lavoro, vale a dire tra i 3.800 e i 4.000 addetti, ha oltre 55 anni. Un quinto degli addetti, insomma, andrà sostituito nel breve o medio termine con colleghi più giovani che ne raccolgano l’eredità.

Le opportunità del PNRR

Masi, dicevamo, nel suo intervento ha tratteggiato le possibili direttrici di sviluppo della concia italiana per rispondere alle sfide della modernità. Sostenibilità ambientale, digitalizzazione, nuovi consumi e consumatori: di appunti in agenda ce ne sono molti. “La rete distrettuale e l’associazionismo, sia sul territorio che a livello nazionale – sono le sue parole –, sono ottimi strumenti per rispondere in maniera corale a questioni cui le aziende, singolarmente, non possono far fronte”. La formazione e il reclutamento di nuove risorse umane fanno parte del novero di sfide in questione. “Non bisogna sottovalutare che, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, arriveranno risorse da investire attraverso società di scopo. Sono capitali utili alle attività di ricerca e sviluppo – continua –, nonché ad assumere giovani ricercatori che, al termine del percorso, saranno pronti ad entrare nelle aziende”. Non è l’unica possibilità: i distretti conciari possono attivare con le università di riferimento dei distretti corsi di laurea professionalizzanti. Un tema caro alle concerie, che hanno bisogno di manager in grado di condurle nelle nuove dimensioni di mercato.

Foto d’archivio

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