“Organizziamoci!”: in Africa Orientale la pelle punta a fare squadra (forse)

La pelle dell’Africa orientale prova a fare squadra. I 40 maggiori operatori della filiera di Burundi, Kenya, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania e Uganda si sono incontrati durante l’East African Community (EAC) Leather Forum organizzato dall’East African Business Council (EABC) per fare il punto sul comparto e provare a tracciare una strategia per il futuro. Come ha sottolineato Peter Mathuki, direttore EABC, lo sviluppo della filiera della pelle è uno degli obiettivi e ha invitato gli operatori del settore a riunirsi in un’associazione per agevolare lo scambio di materia prima. Dal canto loro, attraverso la segretaria di Kenya Leather Apex Society, Beatrice Mwasi, gli industriali hanno esortato i governi membri EAC ad attivare alcuni incentivi per innescare un incremento del valore della materia prima, ma anche dei prodotti finiti. Secondo le stime dell’organizzazione sovranazionale, l’Africa detiene circa il 15% della popolazione bovina mondiale, ma produce solamente l’8% di pelli bovine e il 4% di cuoio al mondo. La sproporzione tra potenziale e ciò che realmente l’industria del settore riesce a realizzare, sarebbe causata da un insieme di più fattori: mancanza di standard definiti, concerie e macelli di scarsa qualità, commercio illecito, forniture insufficienti di prodotti chimici e politiche frammentarie.
Nell’immagine, uno screenshot tratto da theeastafrican.co.ke

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