Paradosso protezionista in Zambia: stop a una nuova conceria

Paradosso protezionista in Zambia: stop a una nuova conceria

Prima il crollo dell’export. Ora lo stop a una nuova conceria. I dazi imposti dal governo dello Zambia sulle esportazioni di pelli esotiche stanno avendo effetti disastrosi. Lo scorso dicembre, Zambian Crocodile Farmers Association aveva lanciato il primo allarme. Adesso a fare le spese di quelle scelte è lo sviluppo di un nuovo stabilimento per la lavorazione della pelle di coccodrillo.

Crollo dell’export

Zambian Crocodile Farmers Association aveva criticato l’introduzione della tassa del 10% sulle esportazioni di pelli di coccodrillo da parte del governo. La misura ha portato un drastico calo delle vendite. E a causa di essa gli allevamenti si ritrovavano 1,3 milioni di pelli stipate nelle celle frigorifere. I timori hanno avuto conferma dai dati diffusi dalla Zambian Crocodile Farmers Association. Nel 2015 erano stati esportati 66.000 pezzi. Nel 2018 poco più di 31.600. Nel 2019 il numero è sceso a circa 22.000.

 

 

Stop alla nuova conceria

Ora le conseguenze del balzello colpiscono anche lo sviluppo dell’industria. Ed è quasi paradossale. Il dazio introdotto dal governo aveva lo scopo di potenziare il settore e incrementare il numero di concerie esotiche. In realtà, come denunciano nuovamente i vertici della Zambian Crocodile Farmers Association, starebbe ritardando i piani per l’installazione di una nuova conceria.

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