Zambia, il dazio sull’export blocca 1,3 milioni di pelli esotiche

Zambia, il dazio sull’export blocca 1,3 milioni di pelli esotiche

Il dazio sull’export blocca gli allevamenti di coccodrilli dello Zambia. A lanciare l’allarme è la Zambian Crocodile Farmers Association. Secondo una nota diffusa dall’associazione, l’introduzione della tassa del 10% sulle esportazioni di pelli di coccodrillo ha portato a un drastico calo delle vendite. In diretta conseguenza, circa 1,3 milioni di pelli sarebbero stipate nelle celle frigorifere degli allevamenti di tutto il Paese.

Un debito da saldare
Il dazio sull’export è stato introdotto nel gennaio 2019 dal Ministero del Tesoro dello Zambia all’interno di un pacchetto di tasse. Le imposte hanno lo scopo di raccogliere risorse per risanare il debito estero, cresciuto di 6 volte negli ultimi 10 anni. Il settore agricolo, e in particolare gli allevamenti di coccodrilli, avrebbero già risentito pesantemente delle conseguenze. Stando ai numeri forniti dall’associazione, nel 2019 gli allevatori hanno esportato circa 22.000 pelli di coccodrillo: erano 31.685 nei dodici mesi precedenti. Quest’anno già due allevamenti hanno chiuso i battenti. Altri due sarebbero in procinto di fare lo stesso.

Rischio collasso
Il presidente della Zambian Crocodile Farmers Association è Johann Jordan. A suo avviso, “la situazione è terribile”, tanto che “la tassa è sul punto di uccidere la nostra industria”. L’export di pelli di coccodrillo avrebbe generato attraverso il pagamento dell’imposta un tesoretto di 350.000 dollari americani. “Ci sono più di 600 posti di lavoro a rischio, concentrati soprattutto nelle aree rurali – spiega Jordan –. Per creare un allevamento di coccodrilli servono circa quattro anni: è improbabile immaginare una ripresa del settore qualora dovesse collassare. Ora – conclude il presidente degli allevatori di coccodrilli – è il momento che il governo decida se il settore deve vivere o morire”. (art)

Foto da Zambia Tourism

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