Tutti contro Una Dura Storia di Cuoio. Da UNIC ai sindacati, dai sindaci alla sinistra: fronte compatto a difesa del Comprensorio

Tutti contro. Compreso chi, sulla carta, dovrebbe essere dalla loro parte. L’ennesimo tentativo del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (Pisa) di dare risalto al dossier Una Dura Storia di Cuoio (correlato allo studio Una Mucca nella Scarpa nell’ambito della campagna europea Change Your Shoes) ha raggiunto un risultato che i suoi estensori, difficilmente, avrebbero previsto: ha compattato contro di sé tutto il contesto che gravita attorno al settore conciario del Comprensorio. UNIC, associazioni territoriali, sindaci di comuni toscani della concia, sindacati, esponenti locali di partiti e movimenti di sinistra hanno alzato la voce, contro, come scrive UNIC in una nota ufficiale inviata alle istituzioni regionali e governative, un report che è “risultato un concentrato di dati errati, luoghi comuni, informazioni fuori contesto, generalizzazioni e falsità, il cui prodotto finale è un documento gravemente diffamatorio di un settore industriale che rappresenta un’eccellenza certificata a livello europeo”. Andiamo con ordine. L’ultimo casus belli è duplice. Da un lato l’interrogazione parlamentare presentata da Marisa Nicchi (deputata di Sinistra Italiana) al ministro del Lavoro “sulle condizioni di lavoro nel distretto industriale, per le quali bisogna avviare un’indagine conoscitiva”. Dall’altro l’evento di sabato scorso, 28 gennaio, presso l’Auditorium del Consiglio della Regione Toscana, sul tema “Le nuove schiavitù” con intervento dal titolo “Precarietà e nero nel distretto di Santa Croce”. Incontro al quale gli organizzatori sbandierano la presenza di Eugenio Giani (Presidente del Consiglio Regionale), il quale, però non partecipa, perché pare non ne abbia mai dato il consenso. L’incontro è un buco nell’acqua (la platea è deserta), ma ha il merito di far perdere la pazienza a tutto il Comprensorio. Arriva la voce nera di rabbia dei sindaci di Castelfranco di Sotto, Santa Croce s/Arno, Fucecchio, Montopoli, San Miniato, Santa Maria a Monte che in una nota congiunta attaccano Nicchi (“l’interrogazione si basa su fatti che non corrispondono a verità”) e Centro Nuovo Modello di Sviluppo (“descrive una realtà che non esiste. Un vero e proprio abbaglio”), e citano i dati UNIC sui livelli occupazionali del distretto, che certificano una situazione del tutto opposta allo sfruttamento denunciato dalla ricerca. S’infuria Tania Benvenuti, coordinatore CGIL del Comprensorio: “Nicchi avrebbe fatto bene a fare un giretto a Santa Croce, prima di presentare l’interrogazione, per farsi un’idea più nitida della situazione”. E ribadisce: “Bisogna stare attenti a come si parla perché si possono fare danni importanti”. Benvenuti sottolinea come “più volte le tesi di questa analisi sono state confutate”. Rincarano la dose Andrea Pieroni (consigliere regionale PD) e, addirittura, l’ex SeL di Santa Croce, che sconfessano la parlamentare e prendono le distanze da una ricerca che, grazie all’intervento di UNIC a Bruxelles, ha perso l’imprimatur e il finanziamento comunitario. Resta, però, ora da risolvere un dubbio, che tutte le voci che hanno pesantemente contestato il report si pongono: a chi giova questo continuo tentativo di infangare un settore intero industriale, la sua tradizione, il suo radicamento territoriale e la sua impronta sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale?

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