Per la pelle italiana la sostenibilità non è uno slogan retorico: “Per noi è l’esplicitazione di un modo di lavorare”. A dirlo dal palco dell’Assemblea 2018 di UNIC – Concerie Italiane è Gianni Russo, presidente di Russo di Casandrino e della stessa associazione datoriale. E ne ha ben donde. “La conceria italiana investe in progetti sostenibili, in media, oltre il 4% del fatturato annuale – argomenta –, cioè più di 200 milioni. Nel 2002 erano circa la metà”. Ma non solo: “Oltre la metà del nostro fatturato nazionale, 3 dei nostri 5 miliardi, è prodotto da imprese certificate nei vari ambiti – aggiunge Russo –. Il 76% dei rifiuti è destinato a recupero e questo ci inserisce a pieno titolo nella logica dell’economia ad alta circolarità, posta come obiettivo dell’Agenda per l’Efficienza della Risorsa nella Strategia Europa 2020”. La concia italiana sul tema ha saputo giocare “in anticipo”, ha chiarito il presidente UNIC, soddisfacendo “la business strategy dei brand internazionali, che richiede l’impegno sinergico tra i diversi anelli della filiera”.
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