USA, lo shutdown più lungo di sempre confonde l’area pelle: è da un mese che non si tracciano i dati di vendita

Quante pelli, grezze o conciate, sono salpate dai porti statunitensi? Come procedono gli affari dell’industria zootecnica del Paese? E chi lo sa: da circa un mese mancano gli strumenti pubblici di rilevazione statistica delle attività. Donald Trump può vantare un record: è sotto la sua presidenza che gli Stati Uniti conoscono il più lungo shutdown della storia. Il blocco delle attività amministrative scaturito dalla mancata approvazione della legge di Bilancio da parte del Congresso ha raggiunto il 24esimo giorno di durata: il precedente primato spettava a Bill Clinton, che tra il 1995 e il 1996 ha tenuto il Paese in shutdown per 21 giorni. La paralisi delle attività amministrative (che non ricevono più finanziamenti) condiziona la vita negli States. Anche quella degli operatori dell’area pelle, privati dei soliti strumenti di analisi dell’attualità. È quanto lamenta USHSLA, l’associazione dei trader di Washington: “I dati statistici potrebbero non rispecchiare i numeri reali”, scrive a proposito del proprio bollettino settimanale, altrimenti ricco di informazioni. In particolar modo, data la sospensione delle attività del Dipartimento per le Politiche Agricole (USDA) il dato sul commercio estero dei pellami grezzi, semilavorati e finiti è fermo al 13 dicembre: da quella data non ci sono più rilevazioni ufficiali. Se, invece, non ha subito stop l’aggiornamento del dato sulle macellazioni, mancano agli operatori della pelle le informazioni rilevate da APHIS, il servizio di ispezione veterinaria, così come sono fermi gli uffici esteri del Foreign Agricultural Service.

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