Investire, internalizzare, aprirsi a nuove collaborazioni mentre la crisi continua – purtroppo – a tenere banco. Ecco, quindi, che l’apertura del nuovo self showroom inaugurato ieri (29 ottobre 2025), a Santa Croce sull’Arno dalla conceria solofrana Vignola Nobile porta con sé un messaggio preciso. Rispondere alle richieste dei brand e reagire al rallentamento del mercato, offrendo qualcosa in più. Soprattutto, proponendo “una cosa un po’ diversa, un servizio, un’idea innovativa – ci racconta Nobile Vignola -. Rafforzando quel filo che unisce Campania e Toscana”.
Un self showroom a Santa Croce
Perché aprire uno spazio in Toscana?
Oggi i tempi della moda si sono sempre più ristretti. Il servizio deve essere sempre più veloce. Prima la richiesta era di una settimana, poi siamo passati a tre giorni, poi a un giorno. Oggi parliamo quasi di ore per consegnare una pelle. Quindi, essere a Santa Croce sull’Arno è importante.
In che senso?
Santa Croce il fulcro del mondo della moda per la vicinanza a Scandicci e la presenza di molte altre concerie da cui tanti clienti comunque vengono. E poi, con tutte le collaborazioni che stanno nascendo in questo momento, ci fa piacere essere a Santa Croce. Ci piacerebbe collaborare con altre concerie, sviluppando progetti o articoli.
Perché investire in uno showroom?
Oggi la ricerca è quotidiana, quindi lo showroom ti permette di farla in modo continuo. E la nostra idea di self showroom ti permette di avere una risposta a una richiesta tutti i giorni, anche se io non ci sono.
Cosa significa self showroom?
Chi visita questo spazio può farlo in completa autonomia. Viene assistito da remoto, tramite la domotica io gli do l’accesso e ad aspettare l’ospite ci sarà un piccolo robot intelligente, chiamato NOBot, che fungerà da telepresenza.
Come funziona NOBot
Come funziona?
Io videochiamo il robot, il robot segue l’ospite all’interno dello showroom nel suo percorso tra i pellami. Mentre io sono in videochiamata, mi vedi nello schermo del robot, ti spiego gli articoli, ti spiego le pelli. Finito il percorso, l’ospite può prendere da solo dei campioni in un’area dedicata, dove sono già preparati gli articoli nei diversi colori.
Il robot può dare un’assistenza ai clienti?
Al momento no, ma è predisposto per farlo, con l’implementazione dell’AI. Ormai l’evoluzione in questo mondo è tantissima e abbiamo voluto prenderne parte per dare un’idea totalmente diversa dagli showroom già esistenti.
NOBot permette un’ottimizzazione dei costi?
Sì, anche quello è collegato. Anche perché uno showroom non è un negozio in cui hai affluenza continua, alta e elevata. Io sarò in Toscana almeno due volte a settimana, ma anche senza esserci fisicamente, potrò garantire una presenza in ogni caso.
Un investimento contro la crisi
Perché un investimento del genere in un momento così difficile?
Sicuramente questo è un momento in cui il mercato tendenzialmente è in calo, anche rispetto all’anno scorso. Ovviamente soffriamo il rallentamento generale del mondo moda. Non avere un proprio punto a Santa Croce era complicato da gestire.
Come vivete questa fase di mercato?
Abbiamo qualche cliente in meno, qualche cliente in più. Anche noi soffriamo leggermente il calo del mercato del lusso. Soprattutto perché veniamo da un 2024 di crescita importante. Quindi c’è stato un contraccolpo.
Che previsioni avete?
Non riesco a farne. Nel nostro mondo, siamo molto legati al momento, all’articolo, al cliente, allo stile, al cambio degli stilisti. Di certo c’è poco. Abbiamo dei clienti storici che portiamo avanti da anni, per fortuna, ma tutti questi cambiamenti negli uffici stile destabilizzano un po’. Sono equilibri che saltano e devi ritrovare ogni volta.
Diversificazione e difficoltà
Siete riusciti a diversificare il vostro portfolio clienti?
Differenziare ci torna un po’ più difficile. Anche per questo abbiamo scelto di essere presenti in Toscana. Vorremo allargare la nostra rete commerciale. Il prossimo passo è quello di evolverci in questa direzione. Finora abbiamo seguito i rapporti coi clienti in prima persona, con pochi agenti o collaboratori esterni. Ora vorremo allargare la rete vendita, in modo da espandersi ancora un po’ di più sul mercato.
Quali sono le maggiori difficoltà che affrontate?
I brand ci portano a internalizzare sempre di più, per controllare la filiera, la compliance, la sostenibilità, la tracciabilità. Ovviamente questo impone di fare investimenti su personale e tutta una serie di cose. Quando c’è un po’ di calo di lavoro queste spese le soffri di più.
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