La Cina copia tutti e tutto. Dalle Marche l’appello della scarpa alla politica: “Blocchiamo l’import”

“Il Governo italiano deve chiedere alla Cina il rispetto delle norme, minacciando, ma con credibilità, anche il blocco delle importazioni”. È un passaggio di Giampietro Melchiorri, vicepresidente vicario di Confindustria Centro Adriatico, che è intervenuto per commentare l’episodio di contraffazione che ha visto protagonista il marchio Bruno Parmigiani. Una cliente ha comprato a Londra un paio di scarpe del brand, e poi si è rivolta al produttore per chiederne la sostituzione. Il produttore però ha scoperto che si trattavano di un paio di scarpe taroccate. “Il riconoscimento del made in è il primo passo da percorrere per tutelare il produttore. Ma in attesa di questo, esistono degli strumenti a disposizione delle imprese che troppo spesso non vengono utilizzati” ha detto Melchiorri, da noi contattato. Leggi contraffazione e pensi alla Cina. “Sentiamo parlare ogni giorno sulla stampa dei dazi di Trump, ma non dell’assenza di valore del copyright in Cina, che dalla stringa al macchinario riesce a riprodurre quello che noi creiamo esportandolo in tutto il mondo e in silenzio” prosegue l’imprenditore di Montegranaro che, in mancanza di tutele, vuole un intervento del Governo italiano: “Porteremo la questione al Tavolo per lo Sviluppo della provincia di Fermo, in modo da valutare azioni comuni con artigiani, sindacati e politica. Non è una battaglia che si vince da soli” ha concluso Melchiorri. (mv)

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