La contraffazione viaggia (anche) per posta: nei “piccoli pacchi” l’85% dei falsi è calzatura, il 63% pelletteria

In più di 6 casi su 10 i prodotti contraffatti posti sotto sequestro sono rinvenuti “in piccoli pacchetti spediti tramite servizi postali” e “in più di 8 contenevano calzature”. È quanto emerge da un recente studio redatto da EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, e da OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’analisi è stata condotta sui dati relativi ai controlli doganali che, sempre più spesso, portano al sequestro di piccoli colli nonostante le spedizioni attraverso container continuino a rappresentare la via più seguita per spostare merci contraffatte di grande volume. Dallo studio emerge come i pacchetti più piccoli intercettati dalle autorità contengano tendenzialmente fino a 10 articoli e interessino tutti i settori industriali, anche se il calzaturiero è il più coinvolto. L’85% delle piccole spedizioni di prodotti contraffatti intercettati lungo i canali postali conteneva, infatti, scarpe. Quando si volge lo sguardo alle spedizioni di grandi dimensioni intercettate, l’82% è passato via mare, il 10% a bordo di camion e solo il 6% mediante spedizioni postali. Per quanto riguarda gli articoli in pelle, tra cui soprattutto cinture e borse, essi erano contenuti nel 63% dei pacchetti più piccoli spediti mediante corriere o servizio postale e fermati dalle autorità, il 22% è stato caricato su aerei e l’11% ha viaggiato via nave. “La relazione delinea un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante nell’ambito del commercio di prodotti contraffatti, in quanto è più difficile per i funzionari doganali tracciare e sequestrare pacchetti inviati per posta o tramite corriere – spiega il direttore esecutivo di EUIPO, Christian Archambeau -. Detto questo, gran parte delle importazioni di prodotti contraffatti nell’UE avviene principalmente attraverso container e altre spedizioni marittime. Una nostra ricerca condotta in precedenza congiuntamente all’OCSE ha rivelato che il 2,5% del commercio mondiale, pari a 338 miliardi di euro l’anno, e il 5 % delle importazioni nell’Unione Europea sono contraffazioni”.

 

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