Bangladesh, il distretto di Savar è ancora un cantiere e le concerie non hanno i soldi per le pelli grezze

Quattro concerie su cinque sono in crisi di liquidità e riusciranno ad acquistare appena il 20% della materia prima conciaria di cui hanno bisogno. È l’allarme dell’associazione bengalese dell’area pelle (BFLLFE) che emerge dalla stampa locale quando è in corso Eid al Adha, festa islamica che precede l’ingresso di ingenti quantità di pelli ovicaprine sul mercato. A danneggiare le finanze della conceria del Bangladesh è il faticoso processo di ricollocazione del distretto di Hazaribagh nel nuovo sito di Savar: le vendite delle ultime stagioni, lamenta l’associazione si categoria, sono andate male e ora per molte aziende i rapporti con gli istituto di credito sono compromessi. I problemi della conceria bengalese non finiscono qui. La stampa locale a fine luglio raccontava che l’impianto di trattamento acque di Savar ancora non era pronto, così come ancora non era asfaltate la rete di strade che porta al distretto e ai poli manifatturieri sorti nelle vicinanze. Intanto BSCIC, l’agenzia che sta seguendo il progetto di costruzione del nuovo sito, ha chiesto alle autorità la proroga di due anni per il completamento della costruzione del distretto. 61 concerie su 154, intanto, ci si sono già trasferite.

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