Bangladesh: fiamme e 4 feriti (minorenni) in due “leather factory” di Hazaribagh, dove dalle acque “è meglio star lontani”. Intanto in India…

Storie di ordinario inquinamento e dumping. La situazione di Hazaribagh, nei pressi di Dhaka, in Bangladesh, è ormai fin troppo nota. Le concerie più inquinanti del mondo da 15 anni devono traslocare nell’industrial park di Savar, ma non lo fanno, perché non vogliono e perché la nuova area non è ancora del tutto attrezzata. Risultato: chi si è trasferito inquina quasi come ad Hazaribagh, chi è rimasto subisce le pressioni governative ma non si muove. Le condizioni di degrado, però, sono tali che negli ultimi dieci giorni sono scoppiati due grossi incendi che, secondo le cronache, hanno distrutto due “leather factory” di Hazaribagh. Non sarebbero concerie, ma confezionisti di piccola pelletteria. Il primo dicembre è andata a fuoco Tanjid Leather Moneybag Factory. Fabbrica distrutta e 4 feriti, tutti minorenni: il figlio del titolare (12 anni), un bambino di 6 anni, e due lavoratori, di 13 (il più grave, con ustioni su oltre il 60% del corpo) e 17 anni. Sei giorni dopo, le fiamme hanno avvolto di notte Rupali Composite, manifattura che “da materiali grezzi produce accessori in pelle: scarpe, borse, piccola pelletteria, guanti (così si legge sulla scheda aziendale reperibile online). Nessun ferito: quando è esploso l’incendio la fabbrica era chiusa. Nel frattempo, l’analisi di un centro di ricerca ha rivelato che dalle acque di fiumi e canali su cui gravita il cluster conciario di Hazaribagh è meglio star lontani, evitando “di ingerirle, ma anche di immergersi, perché il livello di inquinamento raggiunto è dannoso per l’uomo anche al contatto”. Pericolo simile in India, nel lungo tratto del Gange e dei suoi affluenti dove operano le concerie di Kanpur, la maggior parte delle quali, secondo un gruppo di attivisti ambientali, scaricano illegalmente i propri reflui, in particolare cromo. Soluzione? Spostare le concerie nel Banthar Leather Park di Unnao. Secondo una rappresentanza dello stato indiano dell’Uttar Pradesh, però, il trasloco è “next to impossible”: nel nuovo cluster ci sarebbe spazio solo per il 25% delle concerie di Kanpur.

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