È stato un punto sul quale ha insistito molto Luca Sburlati (in foto Imagoeconomia), appena eletto presidente di Confindustria Moda: “Serve un piano strategico nazionale, non di breve ma di lungo termine. L’industria del tessile e della moda è unica e non possiamo pensare di finire come sono finiti altri comparti negli ultimi dieci o vent’anni”. Sburlati, nel suo intervento nella sessione pubblica dell’assemblea (Milano, 19 maggio) dell’associazione confederale che rappresenta il tessile-abbigliamento, si rivolgeva a una platea dove sedevano il ministro Adolfo Urso (MIMIT), nonché il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e rappresentanti delle filiere collegate. Per questo il suo appello a un’azione “forte e compatta” era particolarmente intenso.
La congiuntura
Il sentimento d’urgenza nasce da una congiuntura che definire di crisi è un eufemismo. Secondo l’ufficio studi economici di Confindustria Moda nel 2024 il fatturato del tessile-abbigliamento (59,8 miliardi di euro) è in calo medio del 6,1% su base annua. E, stando al sondaggio tra le aziende associate, le prospettive per il 2025 non sono molto migliori. Il 42% degli intervistati teme che nel primo trimestre dell’anno i fatturati siano ancora calati, mentre il 23% s’aspetta che siano in linea con l’ultimo bilancio. “Si stima in riferimento al primo semestre 2025 un fatturato ancora in flessione – recita il report –, ma in maniera più contenuta”. Quando ci sarà la ripartenza? Per il 43% del campione nella seconda metà dell’anno, per il 32% nel 2026.
Un piano strategico nazionale
Nell’agenda di Sburlati ci sono formazione, ricambio generazionale, valorizzazione dei distretti, dimensioni aziendali, mercati internazionali. “Dobbiamo aiutare il tessuto industriale, dove ci sono tantissime PMI e imprese artigiane – sono le sue parole –. Dobbiamo aiutare le imprese a mettersi insieme. Vogliamo aiutare i marchi italiani a potenziarsi sul mercato internazionale e a smetterla di essere solo reattivi. Ci vuole un po’ di energia”. Si è detto pronto a cooperare al raggiungimento degli obiettivi il ministro Urso. Ancor di più, si è detta sulla stessa lunghezza d’onda Giovanna Ceolini, presidente di Confindustria Accessori Moda: “Il mondo degli accessori, della pelle e della pelliccia condivide le stesse urgenze – ha spiegato durante il suo intervento –. Vogliamo aiutare le aziende a rimanere competitive. Vogliamo attirare i giovani verso il nostro mondo, convincendoli a lavorare nelle nostre fabbriche, che sono più belle e offrono possibilità di carriera”.
Leggi anche: