Italia, 2020: consumi interni al palo, burocrazia soffocante

Italia, 2020: consumi interni al palo, burocrazia soffocante

Aziende italiane della moda soffocate due volte. La prima: dal crollo dei consumi interni. La seconda: dalla burocrazia. Una morsa pericolosissima, alla luce di altrettanti riscontri quantitativi. In altre parole, i consumi interni sono scesi di un terzo nei primi quattro mesi 2020, mentre la burocrazia costa all’Italia circa 7 miliardi di euro di PIL. Ogni anno.

Consumi interni

I dati elaborati da Sita Ricerca per conto di SMI (Sistema Moda Italia) indicano che nel primo quadrimestre 2020 i consumi del settore Tessile e Abbigliamento in Italia sono scesi, in valore, di un terzo. Se osserviamo solo marzo e aprile, la flessione raddoppia e sfiora il 70%. Stesso dicasi per i volumi di vendita: da gennaio ad aprile -31,3% -61,6% tra marzo e aprile. Cali che, sottolinea MF Fashion, riguardano in egual misura i prodotti uomo e donna. Ma, se un ampio segno meno era prevedibile, ci si attendeva qualcosa di più dalle vendite digitali, cresciute “solo” del 10% nei primi 4 mesi. In qualsiasi caso, però, tra marzo e aprile, la quota di e-shopper è raddoppiata.

 

 

Burocrazia

Davanti a un orizzonte di consumo cupissimo, la burocrazia rappresenta un fardello sempre più pesante. L’Italia si piazza terz’ultima su 36 Paesi OCSE in un’analisi pubblicata dall’Ufficio Studi Confcommercio sulla qualità della burocrazia e il suo impatto sulla crescita economica del Paese. Le valutazioni arrivano dal Quality of Government Index dell’Università di Göteborg, composto da tre indicatori. Il primo: il livello di corruzione. Il secondo: le caratteristiche della legislazione e l’osservanza della legge. Il terzo: la qualità della burocrazia in senso stretto. Nel 2000 l’Italia era alla posizione 26. Vent’anni dopo, è 33esima. Secondo il Giornale delle PMI è colpa dei ritardi nell’innovazione tecnologica e negli investimenti in capitale umano della Pubblica Amministrazione. Se l’Italia avesse la stessa qualità della PA della Germania (tredicesima nella graduatoria), tra il 2009 e il 2018 la crescita cumulata sarebbe stata del 6,2% e non del 2,3%. E il livello di PIL sarebbe stato superiore di circa 70 miliardi di euro. Invece, purtroppo no. (mv)

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