Cosa succede in Argentina? La scarpa scivola ai minimi e la pelletteria importa sintetico. E le macellazioni…

Meno acquisti di scarpe e minor produzione interna. Ma anche meno pellame a disposizione, anche se le macellazioni sono in aumento. La situazione dell’area pelle argentina è a dir poco contraddittoria. Secondo Alberto Sellaro, presidente della Camera dell’Industria Calzaturiera di Buenos Aires (CIC) le vendite di calzature in pelle in Argentina sono scese di circa il 30% dall’inizio del 2017, provocando anche un calo della produzione interna. Rispetto al 2015, anno chiuso con 125.000.000 di paia prodotte, il calo produttivo viene stimato attorno a 10.000.000 di paia. Alla base di questo calo anche la scarsa attrattività delle scarpe made in Argentina che devono migliorare in fatto di innovazione, stile e qualità. E non solo loro. Fonti locali riportate da World Footwear hanno riferito che nei primi cinque mesi del 2017 le importazioni di borse sono aumentate del 42% in volume e che si tratta soprattutto di modelli in materiale sintetico. Le borse in pelle, infatti, sarebbero diventate troppo costose. A monte c’è chi sostiene che stia diminuendo il numero di bovini disponibili per la macellazione con la conseguenza di una minore disponibilità di pelli per il settore conciario. Proprio pochi giorni fa, però, è stato reso noto che nei primi sei mesi dell’anno i conferimenti argentini sono aumentati del 5,9% con una previsione di arrivare al +10% entro il prossimo 31 dicembre. (mv)

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