I dazi di Trump sono realtà e il fashion system USA trema: “Un autogol, rischiamo impatto drammatico”

Detto, fatto: il protezionismo è legge e il fashion system trema. I propositi di Donald Trump si sono trasformati già l’8 marzo in un decreto che pone un dazio del 25% sull’import di acciaio e del 10% su quello di alluminio. Vi accennavamo ieri di uno scenario flessibile dove la Cina è nel mirino della Casa Bianca e l’UE spera ancora di ottenere buone condizioni (altrimenti è già pronta alla ritorsione commerciali). Il fashion system statunitense, intanto, è in fibrillazione. Parlando con Footwear News, Steve Lamar (vice presidente di APFA, American Apparel & Footwear Association), teme vendette: “Gli altri Paesi prenderanno contromisure: potrebbero mettere i brand statunitensi nel mirino – sono le sue parole –. Quando si impongono dazi, ci sono sempre effetti collaterali: è un danno che ci auto-infliggiamo”. Non si discostano più di tanto le valutazioni fatte con la stessa testata da Matt Priest, presidente e ceo di FDRA (Footwear Distributors & Retailers of America): “Sulle esportazioni verso l’Europa siamo poco esposti – dice –. Ma se l’amministrazione Trump dovesse decidere di aumentare i dazi sull’import dalla Cina, l’impatto sarebbe drammatico”.

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