La crisi dei Gilet Jaunes ha affossato il fashion retail francese: vero o falso?

Vivarte sostiene di aver perso 20 milioni di euro di fatturato e 10 milioni di margini a causa dei gilets jaunes. Al contrario, i risultati di SMCP (che dichiara stabilità per le vendite in Francia) fanno pensare che i brand possono essere più forti della rivolta. Patrick Puy, ceo di Vivarte (retailer in grande crisi, che sta vendendo brand e insegne per ripianare la sua situazione), oltre a snocciolare le perdite, ha anche osservato un altro aspetto: “Non siamo stati in grado di assumere dozzine di lavoratori temporanei che siamo abituati a chiamare a fine anno” per gestire i saldi. Tutta colpa dei gilets jaunes?

 

L’Istituto Francese della Moda ha registrato, per il settore, una contrazione delle vendite del 4,4% a novembre e del 5,2% a dicembre (dato preliminare). Secondo un’indagine campione dello stesso istituto, anche i saldi avrebbero risentito delle proteste cedendo il 3,5% (su base annua) nelle prime tre settimane. La compagnia di assicurazione Coface sostiene che i gilets gialli abbiano avuto un effetto “molto limitato” sui cali, ma aggiunge, considerando i fallimenti di negozi: “L’unico segmento che sembra essere stato colpito è quello della vendita al dettaglio di abbigliamento, con un aumento del 22% o di 15 fallimenti in più rispetto a dicembre 2017 su tutto il territorio”. Tra l’altro, contrariamente a quanto si pensava, in Francia anche le vendite online hanno registrato una flessione, vedi Amazon. Per la grande distribuzione (Carrefour, E.Leclerc, Auchan, Intermarché, ecc) la perdita di fatturato stimata va da 300 a 500 milioni di euro a novembre e dicembre, secondo il presidente della Federazione del Commercio e della Distribuzione (FCD) Jacques Creyssel. Ma c’è anche notizia distensiva. Arriva da LVMH. Bernard Arnault pare abbia ascoltato l’appello di Emmanuel Macron e distribuirà bonus defiscalizzati fino a 1.000 euro per i suoi dipendenti che guadagnano meno di 3.600 euro al mese. (mv)

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