Il mancato contrasto al traffico illegale di abbigliamento e accessori dalla Cina potrebbe costare molto caro alla Grecia. L’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), responsabile delle indagini su casi di truffe ai danni del bilancio dell’Unione Europea, avrebbe inflitto una multa da 202,3 milioni di euro alle dogane di Atene per non essere riuscite a contrastare un gruppo di criminali cinesi dedito al commercio di calzature e abbigliamento. Secondo quanto scrive il portale di informazione politico.eu, OLAF avrebbe condotto un’indagine sui traffici avvenuti tra il 1° gennaio 2015 e il 31 maggio 2018 nel porto del Pireo, scalo commerciale ateniese di proprietà cinese e snodo fondamentale degli scambi tra Pechino e l’Europa.
I criminali sarebbero riusciti a far transitare la merce dal porto senza pagare i dazi all’importazione e l’imposta sul valore aggiunto relativa a grandi quantità di calzature, magliette e pantaloni. Dopo essere stata scaricata dalle navi, la merce sarebbe stata caricata su decine di tir diretti nelle grandi città degli altri Paesi europei, tra cui Barcellona e Firenze. Nel traffico e nell’evasione delle imposte sarebbero coinvolte numerose persone, alcune delle quali avrebbero redatto false documentazioni all’arrivo della merce e altre, titolari di aziende di trasporti, avrebbero messo a disposizione gli autisti. Gli oltre 200 milioni chiesti da OLAF alla Grecia servirebbero a coprire i dazi non riscossi ma, scrive sempre politico.eu, le perdite legate all’IVA non versata sarebbero molto maggiori. I risultati dell’indagine, trasmessi alla Commissione Europea a fine dicembre, sarebbero solo gli ultimi di un’operazione articolata condotta dagli uffici antifrode secondo cui la rete criminale avrebbe eluso il pagamento di circa 2,5 miliardi di euro di dazi in sei Paesi nel corso dei tre anni e mezzo.