Londra e i consumi di scarpe: aprile il peggior mese degli ultimi 20 anni. Ma c’è una mosca bianca: Shoe Zone

Vendite di scarpe in leggera ripresa, grazie alla primavera, nel Regno Unito dopo un trimestre buio per tanti, ma non per Shoe Zone, che nel retail britannico rappresenta una rarità. Nel mese scorso i rivenditori inglesi di moda hanno subito il calo più netto da oltre due decenni a questa parte, causa maltempo e stretta sui bilanci delle famiglie. Tra le difficoltà, anche il costante aumento delle vendite online che rappresentano il 40% di tutte quelle del Regno Unito. Ma se il rivenditore numero uno di moda britannico Marks & Spencer ha deciso di intraprendere da tempo un percorso di trasformazione e riorganizzazione, c’è chi, nonostante un contesto così complicato riesce a crescere. È il retailer calzaturiero Shoe Zone che ha annunciato un aumento di profitti e ricavi per il periodo che va dal primo ottobre 2017 al 31 marzo 2018, grazie anche all’aumento proprio delle vendite online. I ricavi sono cresciuti dell’1,1% a 73,7 milioni di sterline (84,1 milioni di euro), mentre l’utile prima delle imposte è salito del 233% raggiungendo 1 milione di sterline (1,1 mln di euro), rispetto a 300.000 sterline (342.000 euro) dello stesso periodo del precedente esercizio. Le vendite multicanali sono cresciute del 21%. Shoe Zone ha aumentato l’approvvigionamento diretto dei prodotti: ora l’87,1% degli ordini di calzature ricevuti vengono commissionati direttamente nelle fabbriche nel tentativo di sostenere i margini dei prodotti e di controllare meglio la supply chain. “Con la nostra strategia di crescita in atto, riteniamo di essere isolati rispetto alle molte questioni strutturali del settore e rimaniamo fiduciosi sulle prospettive a breve e medio termine” ha dichiarato il ceo Nick Davis. (mv)

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