Toscana, Lavoro Sicuro. Dal 2014 8.200 aziende cinesi controllate (1.300 pelletterie): 60% irregolari

Continuano i controlli serrati della Guardia di Finanza nei laboratori di moda toscani. Le Fiamme Gialle, proseguendo il percorso tracciato dalla Regione Toscana con il progetto “Lavoro Sicuro”, hanno puntato i riflettori su 7 nuove aziende di abbigliamento e pelletteria fra Campi Bisenzio e Signa trovando gravi irregolarità in tutte. I militari hanno verificato che i cinque locali in cui si sviluppava l’attività delle sette imprese risultavano essere dei veri e propri capannoni-alveari fatiscenti, in cui 53 dei 62 addetti impiegati, di origine cinese e pachistana, non risultavano essere in regola. Nel dettaglio, la Guardia di Finanza ha sottolineato che gli operai sono stati trovati “intenti a lavorare in condizioni di particolare degrado, in ambienti privi di qualsiasi requisito di sicurezza”, con cucine all’interno dei bagni. Diciotto lavoratori sono risultati irregolari, 35 privi di contratto e tra loro 23 sono clandestini, ragione per la quale sono stati segnalati alla Procura di Firenze insieme ai loro cinque datori di lavoro. Per 6 delle 7 ditte controllate è stata disposta la sospensione dell’attività e sono state elevate multe per un totale di 250.000 euro. L’indagine delle Fiamme Gialle proseguirà ora con la ricostruzione dei rapporti commerciali esistenti fra le imprese controllate da imprenditori di origine straniera e le aziende italiane per le quali lavoravano come terzisti. Dal 2 settembre 2014 al 31 marzo 2017 Guardia di Finanza e ASL hanno controllato 8.257 imprese a conduzione cinese a fronte delle 7.700 programmate dal progetto “Lavoro Sicuro”, lanciato  in seguito al rogo divampato nel dicembre 2013 presso “Teresa Moda” in cui persero la vita 7 lavoratori cinesi. Tra le aziende controllate, 1.301 operano nel settore della pelletteria, 1.084 in quello del pronto moda, 3.098 nel confezionamento e altre 253 nell’abbigliamento. Complessivamente, il 40,1% delle imprese è risultato in regola e il 59,9% no, mentre 880 non sono più attive. Le principali irregolarità riscontrate riguardano l’igiene generale (1.713), i macchinari (1.612), gli impianti elettrici (1.469), i dormitori (969), le cucine (285), le bombole a gas (123). Durante la seconda fase del progetto sono state controllate altre 1.756 imprese e le irregolarità sono diminuite, con i dormitori abusivi passati dal 13 al 6%, gli impianti elettrici non a norma dal 20 al 5%, le notizie di reato dal 55 al 33%, chiusure o sequestri dal 6 al 2%. Ieri la giunta regionale ha deciso di prorogare il Piano Straordinario per il Lavoro Sicuro sino al 31 dicembre 2020, investendo oltre 10 milioni di euro tra il 2018 e il 2020. Finora le sanzioni elevate durante i controlli superano i 16 milioni di euro. Foto di repertorio.

 

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