Trieste, Padova e Venezia: vendere scarpe non conviene più. I negozi continuano a chiudere

Trieste, Padova e Venezia, tre realtà accomunate dallo stesso destino: la chiusura di attività legate alla calzatura. A Trieste il negozio Via Veneto Calzature cede alla crisi e chiude i battenti. Gli ultimi titolari l’avevano rilevato appena un anno fa dal precedente proprietario, ma il punto vendita esiste da oltre trent’anni, uno dei pochi negozi storici rionali ancora sopravvissuto, con diversi nomi cambiati nel tempo. Stessa storia a Padova dove, dopo 39 anni di attività, il negozio di calzature “Giovani” ha svolto ieri l’ultimo giorno di lavoro. “Dal 2011 in poi la situazione è andata via via peggiorando”, ha spiegato dispiaciuto il titolare. A Meolo invece, in provincia di Venezia, a cessare l’attività è lo storico calzolaio “Dal Mas” che, a oltre 60 anni dall’apertura, ha deciso di abbassare per sempre la saracinesca a fine gennaio e andare in pensione. Era il mese scorso quando vi avevamo raccontato di un’altra lunga sequela di chiusure, che evidentemente non accennano a diminuire. C’era Gori, aperto nel 1931 a Rimini. Stessa sorte a Sanremo per Il Mago delle Scarpe, da 80 anni specializzato nella vendita di scarpe di produzione italiana. A Parma, dopo 55 anni di attività, ha chiuso a fine 2016 Bocchialini di via della Repubblica. A Bolzaneto (Genova), dopo 75 anni di attività, stessa sorte per Celesia, che però emigra e riaprirà in Australia. (mc)

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