Così la Fondazione De Chiara De Maio torna a Lineapelle VIDEO

Così la Fondazione De Chiara De Maio torna a Lineapelle VIDEO

Il rapporto ormai è consolidato e si ascrive al rango di quella che, a tutti gli effetti, può essere definita una declinazione attiva della “mission culturale di Lineapelle”. Torna in fiera, da domani a giovedì, la Fondazione De Chiara De Maio, fondata da Diodato de Maio della conceria DMD Solofra. Torna con un progetto espositivo molto particolare che si potrà ammirare al padiglione 15 e che domenica 19 febbraio ha vissuto una gustosa anteprima a Milano, negli spazi della storica Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele. Come si può vedere nel video che pubblichiamo qui sotto.

 

 

La Fondazione De Chiara De Maio torna a Lineapelle

L’esposizione porta il titolo “Un Fernando Botero e alcuni Francesco Paolantoni. Donatello chez les fauves (Donatello tra le belve)” e presenta un particolare e interessante cifra stilistica. “Saranno esposte – spiegano dalla Fondazione De Chiara De Maio – alcune opere di Francesco Paolantoni, ai più noto soprattutto quale attore. Non si tratta di dipinti, neanche di sculture, neppure di mosaici, sono cubetti di vario materiale (argilla e pelle, inizialmente anche pezzetti di pane) a raccontare persone, personaggi e luoghi cari all’artista. C’è tanto di Napoli con il Vesuvio e il mare, con le sue icone quali San Gennaro e Totò, ma ci sono anche riferimenti alla condizione umana in generale, soprattutto il senso di solitudine alla ricerca di una possibile identità difficile da raggiungere”.

 

 

Perché Botero

Il titolo della mostra – si legge in una nota di Lineapelle – “certifica la presenza, anche, di un pennarello su cartoncino dell’artista colombiano Fernando Botero (Monna Lisa del 1963), stimolando una continuità anche se con linguaggi diversi. Il disegno di Botero (tra le opere di Paolantoni) spiega indirettamente il sottotitolo della mostra Donatello chez les fauves (Donatello tra le belve) che rimanda alla presenza, nella Parigi di inizio Novecento, di artisti di rottura con la classicità del passato, ricordati appunto come Fauves”.

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