Dai tattoo al leather tooling, l’arte di Rino Valente tra pelle e moda

Una vita a tatuare la pelle, per la precisione 27 anni di disegni impressi come opere d’arte indelebili su persone di mezzo mondo, e poi l’amore per il cuoio. Negli ultimi 7 anni Rino Valente, tatuatore nato a Foggia, ma fiorentino di adozione, ha deciso di trasportare la sua arte sulla pelle conciata al vegetale attraverso il leather tooling. Con questa disciplina decorativa, che si basa sulla pressione e l’incisione attraverso particolari utensili, con una tecnica simile al bassorilievo, il tattoo artist ha cominciato a customizzare prima selle da moto e bici, poi quadri, copertine di libri e portfolio, insieme a poggiabraccio per i colleghi tatuatori.

 

L’arte del leather tooling

“Sono entrato nel mondo del leather tooling da autodidatta, osservando su internet i lavori fatti da altri e seguendo i tutorial disponili – ci racconta Valente –. La maggior parte delle cose che ho realizzato sono frutto della sperimentazione. Mi sono fatto guidare dall’intuito e ho sempre cercato nuove soluzioni, non accontentandomi di quello che trovavo in giro online: cose anche molto belle, ma sempre abbastanza elementari e standardizzate. Ho cercato di approcciarmi a questa disciplina come a un’arte e forse sono l’unico che lo ha fatto”. Anche per il trattamento della pelle, per il quale all’inizio si affidava a professionisti del settore, ha trovato soluzioni tutte sue: “Tratto pellami di 3 o 4 millimetri”.

 

Chi mi ha insegnato tutto

Rino ha avuto un “maestro a distanza”, tatuatore e musicista come lui, residente dall’altra parte del mondo, in Georgia: Michael Shakelford, conosciuto tramite Instagram. “Ho cominciato a seguirlo apprezzando le sue creazioni nel leather tooling quando mi sono affacciato a questa disciplina – racconta –. È stato gentilissimo, mi ha insegnato tutti i segreti del mestiere”. Purtroppo, però, la storia del rapporto col suo mentore non è a lieto fine: “L’anno scorso aveva smesso di rispondermi ai messaggi. Anche dai social era sparito – riepiloga –. Dopo qualche mese, sono venuto a sapere che si era tolto la vita. È stato un duro colpo”.

 

Dal tattoo al leathercraft

Pin up, draghi giapponesi, fiori, teschi e ancore. L’immaginario della tattoo art di Rino Valente è trasportato sul cuoio attraverso il leathercrafting. “Avevo voglia di provare qualcosa di nuovo. Non solo tatuaggi riportati sulla pelle, ma un progetto che avesse una vita sua”, precisa Valente. Così è stato: attraverso il suo profilo Instagram, Rino raggiunge clienti in tutto il mondo, spesso appassionati del leather tooling, persone che non c’entrano nulla con l’universo dei tattoo. Le sue creazioni sono considerate vere opere d’arte e sono già state oggetto di mostre in giro per l’Europa (Düsseldorf, Valencia e Malta).

 

La moda: perché no?

Rino Valente, prima di diventare tatuatore, ha lavorato 10 anni come modellista di minuteria per l’abbigliamento delle maggiori griffe. Le sue collaborazioni con la moda non erano destinate a finire: nel 2011 ha fatto parte del progetto di Puma “Ink on suede”, tra gli artisti selezionati per lasciare il proprio disegno su una sneaker da collezione; nel 2012 ha firmato alcuni capi per una collezione Sundek (t-shirt, costumi, teli mare); recentemente ha iniziato a collaborare con Cuoiofficine, pelletteria artigianale fiorentina per la quale realizza borse “tatuate” con una peonia in stile giapponese. Pezzi unici che oltre all’esclusività dei materiali e la lavorazione fatta a mano hanno il tocco originale di un artista poliedrico. (mvg)

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