La scoperta: così il Sapiens lavorava la pelle 39.600 anni fa

La scoperta: così il Sapiens lavorava la pelle 39.600 anni fa

Un osso di cavallo o di bisonte di 39.600 anni fa come una cucitrice ante litteram. Utilizzato come una tavola perforata per realizzare buchi nella pelle necessaria per realizzare vestiti. È la scoperta dell’Università di Bordeaux, possibile grazie ad uno studio condotto dall’archeologo torinese Francesco d’Errico e pubblicata su Science Advances.

La scoperta

L’osso proviene dall’anca di un grande mammifero, presumibilmente un cavallo o un bisonte. Lo hanno scoperto a Terrasses de la Riera dels Canyars, un sito fluviale vicino a Barcellona. L’osso ha sulla sua superficie piana 28 segni, come da punzonatura del cuoio, inclusa una sequenza lineare di dieci fori distanti circa 5 millimetri l’uno dall’altro, più altri fori in posizioni casuali. La loro disposizione indica che l’artigiano preistorico ha prodotto con lo stesso strumento dieci punzonature equidistanti. Morfologia, orientamento e disposizione dei fori escludono che siano decorativi o per registrare informazioni numeriche. I resti rinvenuti nel sito spagnolo e la loro datazione al radiocarbonio dimostrano che la tecnica della punzonatura era utilizzata dai Sapiens della costa orientale della Spagna 39.600 anni fa. Lo studio dell’università francese dimostra quindi che 14.000 anni prima dell’introduzione degli aghi a cruna in Europa, i cacciatori-raccoglitori paleolitici erano in grado di fabbricare abiti in pelle.

 

Il valore della datazione

La pelle, quindi, esiste davvero da sempre, ed ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella vita delle persone, partendo dai nostri antenati che utilizzavano gli scarti degli animali per realizzare vestiti, coperte, calzature: una circolarità perfetta che oggi sembra difficile (per alcuni) da comprendere. Ma se i ritrovamenti di pietre e oggetti in ferro e rame hanno permesso in questi secoli di scandire l’evoluzione dell’uomo, è sempre complesso ritrovare la pelle che, seppure resistente nel tempo, è un materiale biologico e naturale che tende a deperirsi. Questa scoperta permette di datare con maggiore certezza l’uso della pelle degli animali, che ad oggi era compreso tra 45.000 e 35.000 anni fa, datazione dei ritrovamenti dei primi aghi a cruna fatti d’osso in Siberia e nella Cina settentrionale. (aa)

Foto da NewScientist

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