Salone del Mobile, dal convegno CSIL l’avvertimento ai brand italiani: “I tedeschi vi rubano il mercato russo, cambiate modello”

“Cari italiani, se volete riconquistare Mosca datevi una sveglia (e imitate la Germania)”. Già, perché dalla lettura incrociata dei dati dell’agenzia federale delle dogane della Russia e dell’istituto nazionale di statistica (Rosstat) si apprende che il mercato russo dell’arredo, nel suo complesso, è in ripresa: nel 2018 la spesa (152,6 miliardi di rubli) è cresciuta del 5,5% su base annua. I livelli di import sono ancora lontani da quelli pre-crisi, ma sono comunque in aumento (+16%). Insomma, non siamo tornati agli anni d’oro, la capacità di spesa della piazza rimane condizionata da alcuni elementi (su tutti l’inflazione e il rublo ormai debole), ma alcuni fattori di ripresa e di stabilizzazione si possono riconoscere. “Noi la chiamiamo new market reality“, spiega Artem Vasiliev, direttore della rivista sul mercato russo del design Mebelny Biznes, intervenuto al Salone del Mobile 2019 durante il convegno World Furniture Outlook organizzato da CSIL. Quello che intende Vasiliev è che alle condizioni dei ruggenti anni ’10 non si tornerà più: il mercato russo dell’arredo va incontro non a una restaurazione, ma a un diverso assetto. “La manifattura italiana ha ora il dovere di trovare un modello differente di business per Mosca – continua l’esperto –. L’Italia rimane tra i principali Paesi di acquisto per noi, ma è tra quelli cresciuti meno nel 2018″. Il problema è particolarmente urgente per l’imbottito: “È uno dei segmenti più difficili da penetrare, perché ormai ben presidiato da alcuni grandi gruppi russi – spiega Vasiliev -. Oltretutto è tra quelli che più scontano il cambio rublo-euro, dal momento che la sola logistica del prodotto rappresenta un costo ingente”. Mentre il consumatore russo si dimostra sempre più soddisfatto dai livelli qualitativi raggiunti dalla stessa offerta russa, il prodotto italiano sconta anche un certo disallineamento stilistico: “I brand tricolore lavorano molto con gli interior designer, ma conoscono poco il mercato. L’abbiamo visto anche al Salone Satellite di Mosca: l’offerta rimane appiattita sul classico, mentre altri Paesi guadagnano quote diversificando gli stili”. E qui veniamo alle note dolenti, perché se l’Italia stenta a comprendere il nuovo assetto russo, la Germania è quella che ne ha colto subito le opportunità: “Berlino è protagonista della performance più interessante – conclude Vasiliev -. I suoi marchi si sono dimostrati flessibili sul pricing e più attenti al targeting del prodotto. Oltretutto, hanno investito nel Retail. L’Italia deve prendere spunto dal modello tedesco “.

In foto, la slide sul trend dell’export italiano in Russia

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