La storia paradossale delle scarpe Someone: virali grazie al web, abbandonate dalle banche perché “senza progetti digitali”

Nata col web e morta col web. “Non hai progetti digitali? Non ti finanzio”. Le banche chiudono la porta al marchio francese Someone che, cresciuto col digitale, ora è costretto a chiudere. Accade a Bordeaux dove, quattro anni fa, Camille Lambrecq (32 anni, nella foto) aveva lanciato il marchio Someone, disegnando scarpe ispirate ai suoi viaggi e prodotte artigianalmente in Indonesia, con materie prime locali. Le scarpe piacciono, blogger e influencer le postano sui social e il business, grazie alla sua esposizione online, cresce rapidamente. Gli artigiani che le producono passano da 5 a 25 per produrre 2.000 paia di scarpe l’anno e generare un fatturato di 100.000 euro. Per crescere ancora c’è bisogno di nuovi finanziamenti, ma “a causa della mancanza di progetti digitali”, Camille Lambrecq non ha trovato nessun investitore. Così ha lasciato le scarpe e ora è dipendente di un’agenzia viaggi. “Il marchio Someone non è morto. Non escludo un rilancio. Sogno ancora di fare scarpe a Bordeaux” ha dichiarato Camille Lambrecq. (mv)

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