ACLE, chiude oggi la fiera cinese della pelle: calano i consumi, edizione sotto tono

La spiegazione al ritmo lento dell’ultima edizione di All China Leather Exhibition di Shanghai (ACLE, al via il 31 agosto, oggi l’ultimo giorno) si trova nei numeri congiunturali presentati dal CLIA, l’associazione cinese dei conciatori, durante la stessa fiera. I volumi di pelle prodotta a Pechino nell’ultimo anno registrano una appena sensibile crescita (+0,9%), ma al contempo diminuiscono i volumi e i ricavi sia delle importazioni che delle esportazioni. Nel primo semestre del 2016 le importazioni di pelli semilavorate sono diminuite del 10,8% in valore, mentre le esportazioni di pelli finite (che vedono nei Paesi del Sud-Est asiatico il primo sbocco) sono crollate del 20,5%. L’unica nota positiva viene dal comparto automotive, che attende per il 2016 la crescita del 6%. Ancora stando a quanto comunicato da CLIA, circa un terzo delle concerie del distretto di Wujin è al momento fermo e non se ne prevede il ritorno alle attività nel breve giro, mentre sono in calo i volumi di lavoro per le aziende che lavorano le pelli piccole. L’edizione estiva di ACLE, fiera da circa 1200 espositori da 35 Paesi, ma fortemente caratterizzata come finestra sul mercato cinese, non poteva non risentire di un tale clima di rallentamento dei consumi. Stando a quanto trapela, i primi due giorni hanno conosciuto ritmi bassi, con una certa rigidità sui prezzi dei produttori statunitensi e notizie di rallentamenti nei conferimenti ai macellatori in Brasile. Intanto Pechino approva due leggi per rendere green il settore conciario: il governo vara una tassa per l’industria inquinante (ne sarà esentato chi già rispetta le leggi locali) e una nuova stretta sugli standard ambientali cui le imprese dovranno attenersi. In questo modo le autorità contano di spingere le aziende inquinanti o a mettersi a norma, o a chiudere i battenti. (rp)

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