“Eravamo già presenti sul mercato spagnolo, ora siamo qui per crescere. Qui si incontrano brand di segmento medio e medio-alto molto interessanti. Il calzaturiero di Madrid oggi è più vivace di quello italiano o statunitense”. L’interesse di Luigi Barone, della napoletana Barone Pellami, è lo stesso di molti operatori italiani della pelle volati ad Alicante per Futurmoda. La fiera dei componenti e dei materiali per la calzatura, oggi al secondo e ultimo giorno di programmazione della sua quarantesima edizione, è “la chiave per entrare nel mercato spagnolo: noi questa chiave speriamo di girarla”, scherza Ivan Biondi, della vicentina Babi industria conciaria. Il distretto di Elche, dove si concentra la maggior parte della produzione del Paese, è letteralmente a pochi metri dal polo fieristico alicantino, mentre quelli di Elda (calzatura femminile) e Almansa (calzatura maschile) sono in un raggio di poche decine di chilometri. “Futurmoda, allora, è un ottimo sbocco verso un tessuto manifatturiero che produce per brand proprio o per conto terzi – ci spiega un commerciale –: ci sono alcuni fornitori di griffe italiane o francesi del lusso, ma per lo più sono molto forti nei segmenti medio e medio-alto. In un contesto di generale sofferenza del settore non si può dire che quello spagnolo viva un boom, ma il fatto che qui lavorano bene segmenti che altrove sono in contrazione lo rende una risorsa da non sottovalutare”. (rp)
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