Nel nome della qualità, ma anche del prezzo. A Mipel buyer esteri molto interessati, mercato interno molto debole

“Abbiamo incontrato per lo più visitatori russi e inglesi. Si sono dimostrati molto interessati alle caratteristiche del prodotto, ai pellami utilizzati, alla manifattura made in Italy. Ma anche al prezzo, ai minimi e ai termini della spedizione“. La testimonianza arriva dallo stand di Anonimo Fiorentino, ma il clima tra gli operatori del mercato della pelletteria non è, in media, molto diverso. La 115esima edizione di Mipel, la fiera della borsa e degli accessori in programma fino al 13 febbraio a Fieramilano Rho, arriva sulla scorta delle egregie performance degli ultimi anni, ma si tiene quando, sia sull’Italia che sull’estero, si allungano ombre di incertezza. “Il mercato interno è ormai molto debole – racconta Franco Portoni, presidente di Castellari -. Noi siamo concentrati sui mercati asiatici, Giappone e Corea su tutti, che sono più ricettivi, mentre vorremmo sviluppare il Nord Europa”. E per i buyer che aspettative ci sono? “Siamo a Mipel per fare ricerca, ma anche per consolidare i rapporti con i nostri fornitori italiani – ci raccontano dal team di un multimarca coreano -. È importante dare continuità alle relazioni, è un segnale di forza. Anche per i nostri clienti, che così capiscono che anche noi crediamo in un brand”. A Mipel fa il suo esordio anche GM Venezia, il brand a tema naturalistico dove Gianni Maitan (titolare di Gemata) concentra le proprie passioni: la pelle, la fotografia, la natura, l’Africa. “L’idea di produrre borse è nata un anno fa, quasi per gioco – spiega l’imprenditore -. Realizzati i prototipi e visto l’interesse suscitato dai primi modelli, abbiamo deciso di partecipare alla fiera, il luogo più opportuno per farsi conoscere, con due linee di prodotto. È un’esperienza interessante: siamo già entrati in contatto con showroom internazionali”.

 

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