Pelletteria: frena l’export nel primo trimestre, soffre la pelle. Il Mipel entra in città

Bilancio di luglio per la pelletteria italiana. Aimpes/Mipel hanno presentato questa mattina a Milano i dati congiunturali e le novità previste per la prossima edizione del salone internazionale della pelletteria, in calendario dal 3 al 6 settembre. Partiamo dalla fiera. Mipel, oltre a confermare la sinergia organizzativa con theMicam, lancia una serie di iniziative “per aprirsi alla città di Milano”, un po’ sull’esempio del Fuorisalone. Un cocktail alla Triennale (3 settembre) con premiazione del concorso The Icons, la Glamorous Night in Darsena il 4 settembre (“Show per celebrare creatività ed eccellenza del made in Italy”), la collaborazione con il Naba (Nuova Accademia delle Belle Arti). Il tutto inserito in un progetto che vuole porre maggiore attenzione al rapporto attivo con i buyer internazionali. Dalla sinergia fieristica ai dati congiunturali. La pelletteria italiana ha chiuso in positivo il 2015, trainata dal fatturato estero: 6,5 miliardi di euro (90% del valore complessivo della produzione, pari a 7,2 miliardi di euro), +6% in valore e +3% in quantità. Molto meno brillante l’avvio del 2016: “La frenata del lusso trova conferma nel trend delle esportazioni nei primi tre mesi dell’anno – comunica Aimpes – introducendo un temporaneo elemento di novità nel trend positivo di questi ultimi anni: il fatturato estero, attestandosi a 1,6 miliardi di euro, registra una lievissima flessione dello 0,05%”. Da valutare con attenzione il calo del 3,3% dei prodotti in pelle e delle borse da donna (-1,7%), e la conseguente impennata degli articoli in sintetico (+12%). “Siamo i migliori al mondo” commenta il presidente Aimpes Riccardo Braccialini (nella foto), forte del riscontro di alcune stime che indicano nel 30% la quota della pelletteria italiana sul totale delle vendite mondiali del segmento lusso.

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