Tra stile e Brexit: Lineapelle chiama, Londra risponde

Lineapelle London si svolge all'Ham Yard Hotel

Nelle stanze di design dell’Ham Yard Hotel si è aperta Lineapelle London. Sono presenti 40 espositori: 32 italiani e 8 stranieri; 26 concerie, 8 produttori di sintetici/tessuti, 6 accessoristi. Per loro è l’ennesima occasione per toccare con mano non solo le ultime pulsioni creative britanniche, ma anche tutto quello che ai buyer inglesi passa per la testa in relazione a Brexit.

L’avvio dell’evento
Come ormai da tradizione, prima di aprire i “salotti commerciali”, Lineapelle London ha accolto creativi, stilisti e startupper nel seminario fashion del mattino, dedicato (come quello pomeridiano) all’approfondimento dei nuovi trend per la stagione invernale 2020/2021. Nome in codice: EQ – Emotion Quotient. Suggestione (extra) sintetica: “Il nostro quoziente emozionale è l’unità di misura della rivoluzione digitale”. Chiuso il seminario, come sempre sold out, i visitatori hanno approcciato i campionari degli espositori. Quello che hanno cercato e trovato ve lo racconteremo domani. Basti qui sapere che il clima è molto particolare. È orientato alla ricerca di soluzioni creative si alto livello e di materiali di altrettanta qualità e versatilità. Il tutto, tenendo presente che l’incertezza legate a Brexit non è certo un fattore rassicurante.

L’esempio negativo di Louboutin
Per intuire lo stato congiunturale britannico, infatti, basta leggere i risultati annuali diffusi da Christian Louboutin e relativi proprio al suo giro d’affari in Gran Bretagna. Calo del 4,8%, per un incasso di 50,2 milioni di sterline. I media inglesi citano una nota della griffe calzaturiera, che spiega come “il contesto retail in UK resta sfidante sia nelle boutique monomarca, che nei department store. L’incertezza in corso per quanto riguarda le future relazioni fra il Paese e l’Unione Europea, e circa i tempi previsti per Brexit, hanno contribuito a una pressione al ribasso sulle vendite like-for-like”.

Il recupero della pelle italiana
I primi mesi 2019 segnano un parziale recupero dell’export italiano di pelli finite verso il Regno Unito: +4% rispetto allo stesso periodo 2018. Lo segnala il Servizio Economico UNIC – Concerie Italiane che, poi, entra nel dettaglio. “A sostenere il trend rialzista è la buona dinamica delle bovine spaccate e a pieno spessore. Maggior incertezza, invece, per le croste, in deciso calo. Bene i vitelli e l’ovicaprino, in netto recupero. Ancora difficoltà per le scamosciate. Considerevoli incrementi per le verniciate”.

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