Una gallery racconta il brillante avvio di Lineapelle New York

Una gallery racconta il brillante avvio di Lineapelle New York

Un’attesa ben ricompensata. Ieri, 1° febbraio 2023, al Metropolitan Pavilion di Manhattan è tornata in scena Lineapelle New York. E l’edizione numero 42 del salone che si chiude oggi e precede di poche settimane il clou fieristico di Lineapelle Milano, non poteva aprirsi sotto i migliori auspici. Un brillante avvio, sia in termini di accessi che di interesse, che conferma la solidità del mercato statunitense come destinazione privilegiata dei materiali e dei prodotti italiani.

 

GALLERY

Il brillante avvio di Lineapelle New York

Gli oltre 100 espositori presenti al Metropolitan Pavilion raccontano di un primo giorno molto frequentato. In altre parole, se le edizioni di gennaio e luglio 2022 avevano rimesso in moto la macchina organizzativa di Lineapelle dopo lo stop pandemico, quella in corso ha riacceso in modo sostanziale la luce. Un riscontro positivo basato sull’interesse per le nuove collezioni dedicate alla stagione estiva 2024, sviluppate alla luce del concept creativo Other Pepole’s Eyes proposto dal Comitato Moda Lineapelle. Un brillante avvio dunque, con operatori presenti in crescita e indicazioni di come il mercato USA stia cercando di ricalibrarsi e di trovare alternative allo sbocco (produttivo e commerciale) cinese. Grande attenzione a una visione ampia della sostenibilità della fornitura: non solo ambientale, ma anche (a volte, soprattutto) sociale.

 

 

La solidità americana

“Il settore produttivo prevalente di Lineapelle New York – si legge in una nota – resta quello conciario, per il quale il mercato statunitense si conferma come una solida destinazione. Lo confermano i dati elaborati da UNIC – Concerie Italiane relativi ai primi 9 mesi 2022. Periodo durante il quale l’export delle pelli made in Italy verso gli USA è stato pari a oltre 145 milioni di euro, in crescita del 7,2% rispetto al 2021 e del 5% rispetto al 2019. Dimostrando così di aver recuperato e superato i livelli di business precedenti lo scoppio della pandemia”.

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