Fioccano i pretendenti per Reebok: prima offerta da 1 miliardo

Fioccano i pretendenti per Reebok: prima offerta da 1 miliardo

Authentic Brands Group e Wolverine WorldWide hanno presentato un’offerta di circa 1 miliardo di dollari per Reebok, ora nel portafogli di Adidas. Altre realtà sarebbero interessate al marchio, rilevato dal gruppo tedesco per 3,8 miliardi di dollari nel 2006. Da questa settimana Adidas accoglie manifestazioni di interesse e offerte. Ma concludere l’affare non sarebbe così semplice. Vediamo il perché…

Per Reebok

Sono stati fatti moltissimi nomi sui potenziali acquirenti di Reebok. Da questa settimana, però, si inizia a fare sul serio. Authentic Brands Group, che possiede marchi come Nine West e Frye, ha collaborato con Wolverine WorldWide, che detiene Saucony e Merrell, per offrire poco più di 1 miliardo di dollari. Lo rivela il New York Post, che iscrive alla gara per Adidas anche il private equity Apollo Global Management, mittente di un’offerta non vincolante. A girare intorno al marchio di origine britannica ci sarebbe anche un altro colosso del private equity: Cerberus Capital Management. Altri acquirenti interessati, secondo quanto riporta Reuters, sarebbero le società cinesi Anta Sports, Li Ning e la coreana Fila. La fine di giugno sarebbe la scadenza per la presentazione offerte.

 

 

Non è semplice

Le trattative non si annunciano semplici. Secondo il New York Post, le perdite di Reebok costringono i potenziali acquirenti ad avere la liquidità necessaria all’operazione: non potranno finanziare l’acquisto con un prestito. Inoltre Adidas avrebbe espresso la volontà di non continuare a produrre per Reebok dopo la cessione, per cui il compratore dovrà organizzarsi in tal senso. “È un affare veramente difficile – commenta una fonte del NYP –. È complesso trovare un valore per un’azienda che perde denaro”. Da Adidas prevedono che il nuovo proprietario tornerà a fare utili entro cinque anni dal suo acquisto. La stessa testata USA rivela però che le entrate di Reebok sono diminuite lo scorso anno a 1,5 miliardi di dollari rispetto a 1,8 miliardi del 2019. (mv)

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