Il Manifesto per la Formazione non perde di vista i profili tecnici: “Bene i creativi, ma serve chi il prodotto lo sappia fare”

Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, lo ha spiegato chiaro e tondo: “Le scuole italiane sono le prime, insieme alle inglesi, nella formazione di creativi, mentre il sistema è più debole nella preparazione di manager: molti dei ceo italiani delle griffe internazionali del lusso non hanno un percorso di studi specifico – sono le sue parole –. Non solo: non si dimentichi che l’industria del lusso ha bisogno anche di chi il prodotto lo sappia fare”. Servono giovani qualificati, un’offerta formativa adeguata e anche un diverso riconoscimento sociale del ruolo: “Dieci anni fa la professione del cuoco non godeva di buona reputazione – osserva Capasa –, oggi tanti ambiscono il lavoro in cucina. Allo stesso modo bisogna far capire ai ragazzi che la moda non è solo fare i creativi, ma che ci sono anche i mestieri utili e importanti come il modellista”. Andrea Cavicchi, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana e padrone di casa, ieri, della presentazione del Manifesto per l’Alta Formazione, ha ribadito il concetto: “Uno degli obiettivi che ci proponiamo – ha spiegato – è coinvolgere le istituzioni nell’innalzamento dell’offerta degli indirizzi professionali, con linee guida e norme di accreditamento per le scuole pubbliche e private che ne garantiscano l’effettiva qualità dell’offerta formativa e del personale docente”.

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