L’importanza della supply chain per l’offerta formativa di IED: la pelle di Solofra si presenta ai designer in erba

I player della filiera della pelle di Solofra in cattedra allo IED di Firenze per una lezione su origine, caratteristiche e lavorazioni della pelle. L’Istituto Europeo del Design ha ospitato lo scorso 29 marzo un seminario sulla concia, tenuto dagli imprenditori campani Michele Gallucci (A.M2 Leather) e Giovanni D’Onofrio (L’Officina – Chimica in Movimento), per fornire agli studenti, protagonisti della moda del domani, gli strumenti per comprendere il fashion system in tutta la sua complessità. “Soffermandoci su come la catena del valore delle aziende bene si adatti ad un contesto di business in continuo mutamento, l’obiettivo accademico è quello di rendere i propri studenti sempre più consapevoli ed informati – commenta Andrea Nardi, Fashion Program Coordinator di IED e organizzatore dell’evento –, dall’evoluzione in tema di materie prime e prodotto fino ad arrivare al progresso commerciale inerente al settore e ai vari distretti italiani. Lo studente quindi diviene non solo utente esterno, ma anche attore protagonista in un processo evolutivo atto ad influenzare l’intero comparto produttivo”. È un tipo di iniziativa che incontra l’attenzione delle classi, assicura Nardi: “In un settore in continua crescita, basato su cultura e artigianato, ma sempre più legato all’innovazione sia a livello di produzione che di sviluppo commerciale, è naturale riscontrare il forte interesse da parte del mondo scolastico – le sue parole –, lo stretto rapporto tra gli elementi di valore che giustificano l’importanza dell’argomento pelle e distretti nel mercato moda ed il processo di analisi formativa offerto da IED”.
La lezione
“Gli studenti del triennio sono abituati a conoscere la pelle quando questa è già un materiale finito – racconta Gallucci –, mentre sanno poco del processo che c’è alle spalle, dalla selezione della materia prima alla lavorazione, passando dal quadro normativo di riferimento e dallo sforzo per la sostenibilità ambientale e sociale”. La conoscenza della concia, continua Gallucci, appartiene al bagaglio formativo di uno stilista: “Per una ragione commerciale, cioè perché gli articoli in pelle incidono molto nel fatturato delle griffe, ma anche per la sua stessa autonomia creativa. Un designer che comprende la filiera saprà anche incidere nello sviluppo dell’articolo”.

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