Alla filiera serve la ripartenza del turismo di lusso, dice Ferragamo

Alla filiera serve la ripartenza del turismo di lusso, dice Ferragamo

La vera e propria Fase 2 dell’alto di gamma italiano può iniziare solo con la ripartenza del turismo di lusso. Ne è convinto Leonardo Ferragamo, figlio di Salvatore e manager dell’omonimo gruppo dell’alto di gamma. Ne è talmente persuaso, anzi, da invocare l’istituzione di un ministero ad hoc: solo così, spiega, il Governo darebbe prova di aver compreso il valore dell’ospitalità per l’intera industria del bello e ben fatto. D’altronde, il mercato nazionale del lusso è legato all’incoming dei big spender internazionali.

La ripartenza del turismo di lusso

Intanto, la pandemia di Coronavirus ha lasciato il segno. “Il 2020 sarà un anno da dimenticare, guardando solo i ricavi – spiega Ferragamo a Il Sole 24 Ore –. Penso, comunque, che si potrà puntare sul turismo nazionale, che non compenserà i mancati arrivi dall’estero, ma avrà il vantaggio di far riscoprire il Paese”. Lo stop ai viaggi, dicevamo, non crea conseguenze solo per il business dei grandi alberghi e delle strutture ricettive (malgrado “la voce ospitalità” sia “per valore il terzo comparto dopo automobili e lusso personali”). “Il danno sarà ingente per tutti, alta gamma compresa – ricorda Ferragamo –. Basti pensare che il 60% degli acquisti di beni di lusso personali in Italia viene fatto da turisti internazionali, contro una media mondiale del 40%, secondo le stime di Bain”.

La debolezza del mercato domestico

Chi ha confidenza con i report di Assopellettieri e Assocalzaturifici sa che il mercato domestico è (tradizionalmente, ormai) debole. C’è poco da farci affidamento, dunque, ora che si va incontro a una stagione recessiva. Anche per questo la capacità di ricevere il pubblico internazionale assume un valore strategico ancora più rilevante. “Ho un sogno che spero diventi realtà – continua Ferragamo – e sul quale Altagamma (fondazione di cui è presidente onorario, ndr) lavora da molto. Vorrei che nascesse un vero ministero del Turismo, che possa fungere da organismo di rappresentanza unitaria dell’Italia nel mondo e collettore dei vari settori: ospitalità, ma anche cultura, che significa pure artigianalità e persino sport. Sarebbe un segnale inequivocabile che il turismo, in questa accezione più ampia, sia considerato il vero motore economico del Paese, e che quindi può essere il vero motore del rilancio post pandemia”.

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