Bene, ma non benissimo. Nel 2016 il lusso mondiale cresce solo del 4,4%, dice Pambianco. Soffrono le griffe italiane

Nel 2016 la crescita del lusso si è attestata a +4,4%, ancora in area positiva ma in netto rallentamento rispetto al +9,7% del 2015. Peggio fanno i grandi gruppi italiani, le cui vendite nell’anno guadagnano un +1,5% per un giro d’affari di 21 miliardi di euro, con un forte passo indietro dell’incidenza del margine operativo lordo sul fatturato: valeva il 19,3% nel 2014, è al 18,3% oggi. Lo sostiene uno studio realizzato da Pambianco Strategie sui bilanci di 36 griffe dell’alto di gamma. Il quadro che ne emerge è quello di “una brutta notizia a metà – commenta con La Stampa Alessio Candi, uno degli autori del report –. Il 2016 per le imprese italiane è stato un anno di consolidamento. Non bisogna sottovalutare i segnali che si leggono nei margini di redditività”. Passando all’analisi delle performance dei brand italiani, può esultare Moncler (+18,2%), mentre risultano penalizzati Prada e Tod’s.

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