Burberry, la rivoluzione ha radici conciarie: Gobbetti, nuovo ceo, figlio di un conciatore

Burberry ha un nuovo ceo: è Marco Gobbetti, dal 2008 presidente e ad di Cèline, che assumerà la guida della griffe inglese dal 2017. Il manager è figlio di Sirio, titolare della Brusarosco (oggi divisione di Rino Mastrotto Group): è la più antica conceria italiana (fondata nel 1834) ancora in attività, specializzata nella produzione di pelli per interni auto di alto profio e per i settori navale e aerospaziale. Sirio Gobbetti dal 1948 al 1978 è stato consigliere UNIC (che fino al 1972 si chiamava Assoconcia). Intanto Christopher Bailey, che dall’autunno 2013 ha la guida sia economica che stilistica del brand, può fare adesso “un passo indietro”: conserva l’incarico di direttore artistico, assume quello di presidente, ma si libera degli oneri della gestione finanziaria di Burberry. Scongiurata, quindi, l’eventualità che Bailey potesse abbandonare la società, rumor circolato in seguito alla notizia del taglio del 75% al suo compenso (da 7,5 a 1,9 milioni di sterline). Lo stilista, anzi, rilancia: “Sono molto contento che Gobbetti diventi nostro ceo e mio partner – ha detto a Business of Fashion –. Porta una grande esperienza e ha competenze per il lusso e il retail che lo rendono per noi un professionista inestimabile”. La rivoluzione in casa Burberry non finisce qui: nel ruolo di chief financial officer ingaggiata Julie Brown, strappandola a Smith and Nephew. Messa a posto la dirigenza, ora per la griffe inglese restano solo da raddrizzare i conti: nell’ultimo esercizio fiscale i profitti risultano in calo dell’8%. (rp)

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