È un lusso agrodolce quello che emerge dalle previsioni di UBS. Rating migliorato ma ripresa che si allontana: “Non prima della seconda metà del 2026” scrive la banca svizzera. Fiducia su Burberry, Richemont ed Hermès. Mentre sono negative le stime su Ferragamo. Pesa il contesto internazionale e le guerre ma il settore, con Luisa Via Roma, fa il mea culpa sui prezzi.
Un lusso agrodolce
Il settore europeo dell’alto di gamma e del lusso vale 986 miliardi di euro, il 70% del mercato globale, il 5% del PIL europeo e l’11,5% sul totale delle esportazioni europee. Sono 2 milioni gli occupati diretti e indiretti del comparto (160.000 i nuovi posti di lavoro dal 2019), mentre la quota generata sul valore totale del turismo europeo è pari al 25%. Sono i dati che l’Alleanza Europea delle Industrie Culturali e Creative di Alta Gamma (ECCIA), che annovera Altagamma tra i soci fondatori, ha presentato ieri giovedì 3 luglio a Bruxelles. Dati contenuti nel report realizzato in collaborazione con Bain. Stefania Lazzaroni, CEO di Altagamma, ha sostenuto che il settore potrebbe raddoppiare il suo valore entro il 2030 raggiungendo 2.500 miliardi di euro. Claudia D’Arpizio di Bain ha invece sottolineato che oltre ai numeri “i beni di lusso sono molto più che motori economici. I marchi, attraverso i loro prodotti e le loro esperienze, sono la massima espressione del soft power europeo”. Lo riporta Repubblica.
Una prospettiva agrodolce
Un settore che è alle prese con la più grande crisi degli ultimi 15 anni. Il nuovo report di UBS è in agrodolce. La banca svizzera ha migliorato il rating per una visione di medio e lungo periodo, citando “ragioni tattiche e strutturali”. Tattiche perché le azioni del settore sono ipervendute da quasi tre stagioni (rispetto al resto del mercato). Un fatto anomalo, che in passato, ha poi portato ad un rimbalzo in 3 casi su 4. UBS ha anche evidenziato venti favorevoli dagli Stati Uniti. Viceversa, la Cina, che rappresenta circa il 28% della domanda globale di lusso, resta un ostacolo per la crescita. UBS dipinge uno scenario di fondo positivo tuttavia avverte che “una ripresa significativa della crescita è improbabile prima della seconda metà del 2026”. Lo riporta investing.com.
Sorprese da Burberry e Richemont
UBS prevede sorprese positive da Burberry e Richemont. Anche il titolo Hermès resta conveniente. Le previsioni penalizzano Ferragamo. Come riporta MF Fashion, Barclays ha rivisto al ribasso del 13% il target price sul titolo. Prevede una riduzione dei ricavi del 12% nel secondo trimestre 2025. Mediobanca si aspetta invece una flessione superiore (13%) confermando il pessimismo che aleggia attorno al titolo.
Le cause della crisi
L’andamento del settore ha cause esogene come la guerra, l’inflazione e un momento economico non favorevole. Ma ci sono anche cause endogene. E al primo posto c’è il vertiginoso rialzo dei prezzi che ha allontanato i consumatori aspirazionali e fatto riflettere gli alto spendenti. Tommaso Maria Andorlini, CEO del retailer LuisaViaRoma, ritiene che l’aumento incontrollato dei prezzi sia stato l’errore più grande commesso dal lusso negli ultimi anni. Insieme a over produzione e a una crescita fine a se stessa. “Non esiste una crescita infinita. Il numero di consumatori non cresce esponenzialmente e nemmeno il loro potere d’acquisto. Abbiamo inseguito tutti una direzione sbagliata” ha detto Andorlini a Fashion Magazine. (mv)
Foto Ferragamo
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